Economia e Lavoro

Il Parlamento Europeo approva il Fondo per la “transizione giusta”

Il Parlamento Europeo ha detto si al Fondo di 17,5 miliardi per  una transizione giusta (JTF) che consentirà di aiutare i paesi dell’UE a far fronte all’impatto sociale ed economico della transizione verso la neutralità climatica. Il pacchetto, approvato in via definitiva martedì 11 maggio, comprende investimenti di 7,5 miliardi di euro dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027
e 10 miliardi supplementari dallo strumento europeo per la ripresa.

Per essere ammissibili, i progetti devono concentrarsi su diversificazione economica, riconversione o creazione di posti di lavoro, oppure contribuire alla transizione verso un’economia europea sostenibile, circolare e climaticamente neutra.  Il Fondo per una transizione giusta (JTF) finanzierà l’assistenza nella ricerca di lavoro, le opportunità di riqualificazione e miglioramento delle competenze, ma anche l’inclusione attiva dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione durante la transizione dell’economia europea verso la neutralità climatica. Sosterrà microimprese, incubatori di imprese, università e istituti di ricerca pubblici, investimenti nelle nuove tecnologie energetiche, efficienza energetica e mobilità locale sostenibile.

Anche per questo Fondo è prevista la condizionalità. Infatti, l’accesso al Fondo per i Paesi UE sarà subordinato all’adozione di impegni a livello nazionale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050; prima di un tale impegno formale, gli Stati membri avranno diritto solo al 50% della loro dotazione nazionale. Le imprese in difficoltà finanziarie potranno ricevere sostegno conformemente alle norme temporanee dell’UE sugli aiuti di Stato, istituite per far fronte a circostanze eccezionali.

Ulteriori risorse possono essere trasferite da altri fondi di coesione, su base volontaria. La quota degli investimenti forniti dai finanziamenti dell’UE (cofinanziamento) è fissata a un massimo di 85% per le regioni meno sviluppate, 70% per le regioni in transizione e 50% per le regioni più sviluppate.