L’aumento del prezzo dei concimi mette in crisi l’agricoltura

Il prezzo dei concimi fertilizzanti sta salendo continuamente. L’incremento è iniziato lo scorso gennaio 2021 e sta continuando fino a raggiungere quote che non si toccavano dal 2008. Prezzi in alto per fosfato biammonico, cloruro di potassio e anche per l’urea. Non sono esenti da aumenti perfosfati triplo (Tsp) e semplice (Gssp). A trascinare verso l’alto il prezzo dei fertilizzanti è l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia che sta avendo ripercussioni anche sul trasporto. Inoltre, l’aumento del prezzo del gas, che serve per produrre i concimi azotati, ha dato un ulteriore colpo al settore. L’Italia, eccetto che per l’urea, è fortemente dipendente dalle importazioni e quindi le tensioni sui mercati provocano ulteriori difficoltà.

Nei giorni scorsi è arrivato l’allarme del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “La carenza di fertilizzanti avrebbe un impatto devastante sulla quantità e sulla qualità delle produzioni agricole a livello mondiale. Serve un’iniziativa in ambito europeo per far fronte a una situazione che non sarà di breve durata, a causa dello straordinario aumento del prezzo del gas”.

Negli ultimi giorni – segnala Confagricoltura – si sono registrati ripetuti annunci di tagli dell’attività da parte delle principali imprese produttrici di fertilizzanti. Alla chiusura di alcuni stabilimenti nel Regno Unito, si è aggiunto l’annuncio del taglio del 40% della produzione in Europa da parte di uno dei principali produttori a livello mondiale di ammoniaca – da cui si ricavano i fertilizzanti – e primo operatore italiano del settore. In Italia, il mercato dei fertilizzanti vale circa un miliardo di euro.

“Il settore agricolo è già sottoposto a una crescita record dei costi di produzione che non vengono generalmente trasferiti sui prezzi di cessione dei prodotti – sottolinea Giansanti – L’ulteriore aumento dei prezzi dei fertilizzanti, o addirittura una prolungata carenza, porterebbe fuori controllo la situazione sotto il profilo economico e produttivo, con possibili ripercussioni sociali nei Paesi meno avanzati, dove la spesa per l’alimentazione ha un’incidenza elevata sul costo della vita. A livello mondiale, ci sono segnali di vero e proprio accaparramento. In questa situazione di emergenza – puntualizza il presidente di Confagricoltura – andrebbe anche valutata l’ipotesi di procedere con acquisti centralizzati di fertilizzanti da parte dell’Unione europea”.

“In Italia l’uso di prodotti chimici è in costante calo da anni – conclude Giansanti – ed è in atto un processo condiviso tra agricoltura e industrie di settore per una accresciuta tutela delle risorse naturali, grazie alla ricerca, alle innovazioni e agli investimenti. Occorre, però, essere consapevoli che i fertilizzanti continuano ad essere fondamentali per ottenere quantità e rese adeguate. E livelli qualitativi in linea con le esigenze del mercato”.