Comincia a prendere forma il consorzio IGP “Pera Coscia di Ribera e della Valle del Platani”

“Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere”, è questo il titolo del convegno tenutosi a Castronovo di Sicilia nel corso della “Sagra della Truscitedda.

L’incontro ha consentito di rinsaldare i comuni intendi di due aree produttive della pera coscia dei Monti Sicani: i produttori di Ribera e i produttori della Valle del Platani; l’obiettivo è quello di unificare i consorzi delle due aree e dare vita a un unico consorzio: “Pera Coscia di Ribera e della ValPlatani”.

Per il territorio di Ribera erano presenti il presidente del Consorzio di Tutela della Riberella Dop Giuseppe Pasciuta e l’imprenditore Parlapiano. Assente il sindaco Matteo Ruvolo che per motivi familiari non è stato presente all’incontro. Per l’area del comune di Castronovo di Sicilia e della Valle del Platani erano presenti, oltre al Sindaco di Castronovo Vito Sinatra, il Presidente del Consorzio Produttori Agricoli ValPlatani e una ventina di pericoltori dello stesso territorio.

Apprezzatissimo l’intervento del prof. Pietro Columba del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali SAAF che ha evidenziato l’importanza dei marchi di qualità e delle certificazioni nel mercato globale.

Da remoto è intervenuto il Direttore del Dipartimento Agricoltura Dario Cartabellotta, il quale ha assicurato la sua disponibilità per favorire l’istruttoria dell’istanza e il prosieguo dell’iter burocratico dell’ambito riconoscimento.

La nuova configurazione IGP della pera Coscia può contare su circa mille ettari di pereti in tutto il territorio. Nonostante il pero è stato sempre presente nell’aziende del territorio del Platani, fiume che congiunge i due territori, la sua produzione è stata limitata come consumo familiare, con varietà che consentono soddisfare la presenza del frutto per l’intera stagione.

I primi pereti specializzati nel territorio castronovese sono stati impiantati negli anni ottanta del secolo scorso, mentre da millenni erano coltivati frammisti ad altre coltivazioni arboree, sempre ad uso familiare.

La grande ricchezza di acqua ed un microclima molto favorevole hanno favorito la nascita di parecchie aziende coltivati a pera Coscia. Coltivazione presente in prossimità del fiume Platani nelle contrade Valle del Pero e Pescheria, toponimi che rimandano ad una presenza antica.

La produzione delle pere Coscia ha avuto in questi ultimi anni una maggiore espansione; in particolare quella castronovese ha caratteristiche organolettiche, di colore, sapore, croccantezza, e conservabilità di pregio, dovuto soprattutto alla natura dei terreni, alla qualità delle acque irrigue e al microclima.

La pezzatura è medio-piccola, 100-180 grammi, presentano una buccia liscia e sottile, di colore verde chiaro che diventa giallo intenso con evidenti macchie rosse nelle zone esposte al sole. Quando il frutto è completamente maturo, vira al giallo pallido, con screziature rosate (la cosiddetta “faccina”) sulla parte più esposta al sole. La polpa è di colore bianco cremosa con consistenza granulosa, leggermente profumata, succosa e zuccherina. Inoltre abbondando di zuccheri semplici (fruttosio), contengono vitamina C e antiossidanti naturali come il betacarotene e la luteina. Senza dimenticare che le pere sono ricche di fibre che agevolano le funzioni intestinali e aumentano il senso di sazietà. La pera coscia è una varietà precoce, tipica dell’estate: viene raccolta a partire da luglio e commercializzata fino a settembre.

La coltivazione ha soppiantato la coltivazione del pesco, che a causa della paura della Sharka e delle difficoltà di mercato, hanno fatto optare gli agricoltori per la coltivazione del pero.
Quanto è buono il formaggio con le pere la popolazione di questo territorio lo sa abbastanza bene, poiché questa è anche terra di una pregiata zootecnica. I pascoli ubertosi sono appannaggio di bovini e ovini che, oltre a dare delle carni pregiatissime, gli animali sono allevati quasi tutti allo stato brado, producono dei meravigliosi formaggi. Questa è la terra del Pecorino dop, della tuma persa e del fiore sicano, quest’ultimi due iscritti come formaggi storici siciliani. Non sono di meno anche le provolette sicane, insomma, i formaggi castronovesi sono un’ulteriore peculiarità produttiva.