Pac, il sostegno alla diversificazione nel PSP 2023-27

La multifunzionalità si è dimostrata una risorsa sempre più importante per l’agricoltura italiana. Un ruolo per la diversificazione riconosciuto nella costruzione del Piano Strategico della PAC.

La multifunzionalità rappresenta una componente fondamentale dell’agricoltura italiana e, con il passare degli anni, il suo ruolo si sta rafforzando come confermato dai dati del 7° Censimento generale dell’agricoltura diffusi dall’Istat nel corso del 2022 e riferiti all’annata agraria 2019-20[1].

L’incidenza delle aziende con attività connesse, sul totale delle aziende agricole italiane, è cresciuta, tra il 2010 e il 2020, passando dal 4,7% al 5,8% in conseguenza di una minor riduzione del numero di aziende (-14,5% per le aziende multifunzionali, contro -30% per le aziende totali). Tale dato assume un significato ancora maggiore se si considera che l’annata agraria di riferimento è coincisa, in parte, con l’inizio della diffusione del Covid-19n che ha impattato molto negativamente proprio su alcune delle principali attività connesse (agriturismo, didattica e agricoltura sociale, contoterzismo).

Le aziende multifunzionali, inoltre, sono condotte più frequentemente da imprenditori giovani rispetto al complesso delle aziende agricole (il 18,7% delle aziende con attività connesse ha un capo azienda under 41 contro il 9,3% delle aziende agricole) e sono più digitalizzate, fattore, quest’ultimo, direttamente collegato alla più giovane età dei capi azienda. Tra le aziende con attività connesse l’incidenza della digitalizzazione è, infatti, quasi quattro volte superiore rispetto al totale delle aziende agricole (61,7% contro 15,8%): tra queste, le più informatizzate sono le unità agricole che svolgono attività di fattoria didattica (76,6%), agricoltura sociale (71,5%) e agriturismo (69,3%)[2].

L’incidenza delle attività multifunzionali sul settore agricolo italiano è molto evidente anche in chiave economica, con un valore della produzione, pari a oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021, che è cresciuto di circa il 50% negli ultimi dieci anni e rappresenta, ormai stabilmente, più di un quinto del valore complessivo del settore primario del nostro Paese.

Pac, la diversificazione nel PSP 2023-27

Alla luce del ruolo assunto dalle attività connesse nel settore primario, nel PSP 2023-27 italiano, approvato con decisione della Commissione del 2 dicembre 2023, è stato previsto un intervento nazionale con specifiche regionali, a valere sullo sviluppo rurale, per il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole[3].

L’intervento viene attivato su tutto il territorio nazionale – ad eccezione della P.A. di Bolzano che sosterrà la diversificazione esclusivamente attraverso risorse provinciali – a dimostrazione del fatto che le funzioni dell’agricoltura in chiave sociale, ambientale, territoriale, paesaggistica e alimentare, trovano espressione in pratiche e attività ormai diffuse in tutto il Paese.

L’intervento rientra tra quelli relativi agli investimenti[4] ed è suddiviso in sei azioni, corrispondenti a differenti tipologie di investimenti in attività connesse, ciascuna delle quali potrà essere sostenuta in base alle scelte operate dalle Autorità di Gestione regionali. 

Entrando nel dettaglio, le attività di agriturismo e di agricoltura sociale saranno supportate da tutte Regioni e dalla provincia autonoma di Trento[5] mentre le altre tipologie di investimenti, da un numero minore di amministrazioni regionali.

Nella Pac, l’intervento a supporto della diversificazione in attività extra-agricole potrà anche essere combinato con altri interventi di sviluppo rurale attraverso la progettazione integrata secondo le modalità stabilite dalle Regioni e dalle Province Autonome e in particolare con le misure previste nel “pacchetto giovani” nell’ambito degli interventi di insediamento.

Risulta confermato l’impianto della programmazione 2014-22[6] che prevede che l’intervento sia destinato esclusivamente ad agricoltori[7] e/o coadiuvanti familiari, principalmente in forma singola ma anche associata. In linea generale, le AdG regionali hanno indicato tra i principi di selezione la preferenza per le aziende più piccole o situate in aree svantaggiate e per quelle condotte da giovani e donne. A questo proposito, i Complementi Regionali per lo Sviluppo Rurale (CSR) di prossima pubblicazione, riporteranno le indicazioni di dettaglio su come la strategia dell’intervento nazionale verrà declinata a livello locale, evidenziando la specificità delle scelte che caratterizzeranno l’attuazione nelle singole Regioni/P.A.

Pac, una prima analisi dell’allocazione finanziaria delle risorse per la diversificazione

Nel PSP 2023-27 la spesa pubblica complessiva per il sostegno alla diversificazione ammonta a oltre 272 milioni di euro (124,8 milioni di quota FEASR e 147,5 milioni di cofinanziamento) con una incidenza del 6,35% sul totale degli interventi a sostegno degli investimenti e dell’1,7% sulla spesa pubblica complessiva.
Escludendo invece dai dati finanziari complessivi di spesa pubblica, quelli della P.A. di Bolzano e i circa 3 miliardi di euro destinati, per tutto il territorio nazionale, alla gestione del rischio e alla Rete Rurale 2023-27, l’incidenza delle risorse destinate alla diversificazione in termini di spesa pubblica risulta essere del 2,15% sul totale e del 6,39% sugli investimenti. Le prime quattro Regioni per spesa pubblica programmata per la diversificazione sono Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata che, con oltre 116 milioni di euro, rappresentano complessivamente il 42,6% del totale nazionale per questa voce.

Pac e diversificazione: le scelte regionali

Un primo esercizio che è possibile fare consiste, dunque, nel comparare le scelte regionali di allocazione delle risorse finanziarie in termini di incidenza della spesa programmata per la diversificazione su quella complessiva e su quella destinata agli investimenti. 

Da tale raffronto emerge una certa eterogeneità, con la Regione Basilicata che si distacca dalla altre prevedendo una allocazione ben più che doppia di risorse per la diversificazione rispetto al totale nazionale sia per ciò che concerne l’incidenza sulla spesa pubblica complessiva (5,5%) che su quella destinata agli investimenti (15,1%). Segue un gruppo di Regioni (Toscana, Veneto, Marche, Sicilia, Lazio, Campania e VdA) che si posizionano al di sopra del valore nazionale di riferimento per entrambe le incidenze e la Puglia che, invece, supera la media nazionale solo per quanto riguarda l’incidenza della diversificazione sulla spesa pubblica complessiva. Tra le Regioni con più bassa quota delle risorse destinate alla diversificazione sulla spesa pubblica complessiva troviamo la Sardegna (1,1%), il Molise (1,27%) e il Piemonte (1,32%) mentre le minori incidenze rispetto alla spesa programmata per investimenti si hanno in Lombardia, Liguria, Piemonte e Calabria, tutte sotto il 4%.
 
Un secondo esercizio può essere fatto confrontando i dati finanziari del PSP 2023-27 con la quota di aziende multifunzionali sul totale delle aziende agricole di ciascuna regione[8] e con la quota di valore della produzione delle attività secondarie e di supporto sulla produzione agricola totale[9] per ciascuna regione.
Mettendo in relazione, per ciascuna Regione, la quota di aziende con attività connesse su quelle totali con l’incidenza della spesa pubblica per la diversificazione su quella totale nel PSP 2023-27 si ottiene una prima distribuzione nella quale i valori medi nazionali possono essere utilizzati come riferimenti di un piano cartesiano.

Le Regioni del 1° quadrante (Toscana, VdA, Marche e Veneto) presentano una quota di aziende multifunzionali sopra la media nazionale e anche l’allocazione delle risorse per la diversificazione eccede il valore medio per l’Italia. Specularmente, nel 3° quadrante, troviamo le Regioni con bassa quota di aziende multifunzionali e risorse per la diversificazione inferiori al valore medio (Sardegna, Molise, Abruzzo e Calabria).

Il 4° quadrante racchiude le Regioni che, a fronte di una quota di aziende multifunzionali inferiore alla media, hanno destinato alla diversificazione una quota di risorse superiori alla media (Basilicata, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia). Il 2° quadrante, infine, comprende le restanti Regioni, che si posizionano sopra la media per quota di aziende multifunzionali e sotto la media per risorse destinate alla diversificazione.

Allo stesso modo, mettendo in relazione, per ciascuna Regione, l’incidenza del valore della produzione delle attività multifunzionali sulla produzione agricola con l’incidenza della spesa pubblica per la diversificazione su quella totale nel PSP 2023-27 si ottiene una seconda distribuzione.

Nelle Regioni del 1° quadrante (Toscana, VdA, Marche e Basilicata) ad una più alta incidenza del valore della produzione delle attività multifunzionali corrisponde una maggiore quota di risorse destinate alla diversificazione mentre, nel 3° quadrante (Piemonte, Lombardia, Abruzzo e Liguria), ad una minore incidenza delle attività multifunzionali corrisponde una quota inferiore alla media di risorse destinate alla diversificazione.

Il 4° quadrante racchiude le Regioni che, a fronte di un valore delle attività multifunzionali inferiore alla media, hanno destinato alla diversificazione una quota di risorse superiori alla media (Lazio, Sicilia, Puglia, Campania e Veneto). Il 2° quadrante, infine, comprende le restanti Regioni, che si posizionano sopra la media per incidenza del valore delle attività multifunzionali e sotto la media per risorse destinate alla diversificazione.

Si precisa che tutte le elaborazioni effettuate per la redazione del presente articolo non sono tese in alcun modo a valutare la correttezza delle scelte regionali in termini di allocazione delle risorse ma solo ad aggiungere elementi quantitativi che possano aiutare a comprenderle meglio, nella consapevolezza che l’impianto finanziario complessivo della PAC 2023-27 è il risultato dell’esigenza di orientare una significativa quota di risorse verso le grandi sfide ambientali lanciate dal Green Deal europeo, dalle strategie Farm to Fork e per la biodiversità e dalla quella forestale europea che, a loro volta, saranno perseguite anche attraverso le risorse disponibili a valere sul PNRR.

Solo a titolo esemplificativo basti pensare che, a differenza della passata programmazione, l’intervento a sostegno della diversificazione nel PSP 2027-23 non prevede un’azione specifica per il sostegno della produzione di energie da fonti rinnovabili che, con oltre 2,2 miliardi di valore dalla produzione, rappresentano una delle voci principali della multifunzionalità agricola italiana. Le energie rinnovabili nella programmazione 2023-27 saranno infatti finanziate all’interno degli investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole, contribuendo al ring fencing per gli impegni agro-ambientali, oltre che attraverso le cospicue risorse del PNRR (1,5 miliardi di euro per il “Parco agrisolare” e 1,9 miliardi di euro per lo sviluppo del biometano).

Conclusioni

Il sistema agricolo italiano, con il passare degli anni, vede sempre più rafforzato il suo ruolo multifunzionale. Le attività di diversificazione come l’agriturismo, le fattorie didattiche e l’agricoltura sociale, la produzione di energie rinnovabili, le forme di integrazione verticale dei processi – quali la trasformazione dei prodotti agricoli e la vendita diretta – e le attività a tutela delle risorse naturali e paesaggistiche, sono diffuse in tutto il territorio nazionale.

Pur non essendo possibile, per le ragioni già esposte, un raffronto puntuale delle risorse a sostegno della diversificazione nel PSP 2023-27 con quelle della programmazione 2014-22[10], l’attuale impianto sembra in grado di rispondere, almeno in parte, all’esigenza di sostegno diffuso della multifunzionalità agricola che, con il passare del tempo, risulta sempre più sentita su tutto il territorio nazionale. In quest’ottica sarà importante che le risorse del Piano Strategico della PAC 2023-27 operino sinergicamente con quelle del PNRR e con quelle degli altri fondi strutturali per preservare e incentivare la vitalità e l’occupazione nei territori rurali italiani, spesso soggetti ad un grave fenomeno di spopolamento demografico.

Nello specifico intervento del PSP 2023-27 per il sostegno degli investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole prevede una spesa programmata per il settennio 2023-27 pari a 272 milioni di euro corrispondenti al 2,15% delle risorse destinate allo sviluppo rurale nelle Regioni che lo attiveranno, con un tasso di sostegno compreso tra il 30% e il 60%, a seconda delle diverse azioni, con conseguente importante funzione di stimolo degli investimenti privati per la realizzazione dei progetti di diversificazione.

Note

• [1]  Istat – https://7censimentoagricoltura.it/ 
• [2] Ismea-RRN (2022) – Giovani e agricoltura, Rapporto 2022 – Report RRN-Ismea “Giovani e agricoltura” (reterurale.it)
• [3] Intervento SRD03, pagina 2.540 – PSP_Italia_15112022.pdf (reterurale.it)
• [4] Ex articolo 73 del Regolamento (UE) 2021/2115.
• [5] Dunque, su tutto il territorio nazionale ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano che non ha attivato l’intervento.
• [6] Sottomisura 6.4, operazione “Creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole”.
• [7] In alcuni casi con la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) o di Coltivatore Diretto.
• [8] Istat: dati del 7° censimento generale dell’agricoltura riferiti all’annata agraria 2019-20
• [9] Istat: conti nazionali della branca agricoltura, silvicoltura e pesca
• [10] Ad inizio della programmazione 2014-22 la spesa pubblica complessiva programmata per l’operazione “Creazione e sviluppo della diversificazione delle imprese agricole” era pari a circa 440 milioni di euro con una incidenza sulla spesa pubblica complessiva del 2,4% – Diversificazione – Il sostegno alla diversificazione nei PSR 2014-2020 – Agriturismo Italia 
 
Fonte: Umberto Selmi ISMEA