Economia e Lavoro

Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte a colmare il divario tra offerta e domanda di lavoro nel settore agricolo, con particolare riferimento all’impiego dei giovani

Grazie onorevole Colucci, ringrazio tutto il gruppo per aver proposto un quesito di interesse generazionale e di interesse per questo anche generale. Vorrei partire da alcuni numeri. L’occupazione in agricoltura conta circa 1,2 milioni di lavoratori; il 90% sono rapporti di lavoro a tempo determinato per un totale di 121 milioni di giornate di lavoro. Durante il click day – giorno di apertura delle richieste di forza lavoro da parte dei settori produttivi sulla base delle quote previste dal decreto flussi – sono pervenute oltre 120.000 domande prevalentemente provenienti prevalentemente dal settore agricolo, ma solo 44.000 sono state soddisfatte. Nel 2023 la richiesta di manodopera da parte delle imprese agricole è di circa 100.000 lavoratori stagionali. Si tratta di lavoratori indispensabili per dare continuità alla produzione agricola. La constatazione è evidente: esiste una richiesta di manodopera da parte del settore agricolo che resta insoddisfatta. Credo, allora che chi oggi non è occupato e spesso manca di formazione scolastica adeguata, come molti denunciano, per inserirsi nel mercato del lavoro tanto da dover ricorrere a sussidi di Stato possa guardare con interesse al lavoro agricolo. Ritengo, anzi, che per loro sarebbe un modo di entrare – o rientrare – nel mondo del lavoro dalla porta principale. Qui, infatti, il ragionamento si amplia e coinvolge la visione del lavoro agricolo; una visione che non può essere quella retrograda e vergognosa – e fin troppo abusata – di un lavoro umiliante, faticoso e poco remunerato. Non è così. Il lavoro agricolo è oggi una grande opportunità di sviluppare idee, di mettere in gioco le proprie capacità, di conseguire guadagni. Un lavoro fatto sì di braccia, ma anche e soprattutto di competenze. E’ necessario, tuttavia, che i nostri giovani siano adeguatamente formati per poter affrontare questa sfida e ringrazio per questo gli Istituti Agrari più di ogni altro. Il nostro investimento sui giovani – “i veri protagonisti del futuro” – sarà importante e decisivo. Per questo, riteniamo che la proposta che il presidente Meloni ha rilanciato nel Vinitaly, per cui si è lavorato anche nel nostro comune programma elettorale, quindi sostenuto dalla volontà popolare, è il Liceo del Made in Italy sul quale investiremo, con sempre maggiore attenzione a tutte quelle grandi potenzialità che sono insite con la nostra fortunata nascita in questa Nazione. Altre misure rivolte ai giovani sono già state adottate. Ricordo, in particolare, la misura denominata “Generazione Terra”. Si tratta di mutui agevolati concessi da ISMEA ai giovani imprenditori agricoli di età non superiore a 41 anni che intendano avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura, per ampliare la superficie della propria azienda mediante l’acquisto di un terreno, confinante o funzionalmente utile con la superficie già facente parte della propria azienda agricola o per l’acquisto di un terreno già in affitto. Nell’ultima legge di bilancio, inoltre, è stato previsto il nuovo contratto di lavoro occasionale subordinato nel settore agricolo. Tale strumento contrattuale può essere utilizzato anche da giovani con meno di venticinque anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di settore. Si tratta di uno strumento particolarmente vantaggioso considerato che il compenso è esente da qualsiasi imposizione fiscale. Può essere un modo per i giovani per un primo approccio con il mondo agricolo, per conoscere un mondo particolarmente stimolante e produttivo. Lavorare in agricoltura, in una filiera sempre più equa in termini di distribuzione del valore della produzione, della trasformazione e la distribuzione del prodotto italiano, può essere ora, e dovrà essere soprattutto in futuro, un’occasione di crescita da molti punti di vista, compreso quello economico.