Question Time del ministro Lollobrigida alla Camera dei Deputati

Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto al Question Time alla Camera dei Deputati rispondendo a interrogazioni sulle iniziative volte a superare la crisi del settore olivicolo, con particolare riferimento all’attuazione del piano straordinario in Puglia e alla predisposizione di un piano strategico nazionale; sulle misure a sostegno del comparto della pesca a strascico, alla luce degli impatti derivanti dal relativo piano di azione dell’Unione europea; sulle misure a favore dei contratti di filiera e dei distretti del cibo, anche attraverso un più efficace utilizzo delle risorse del Fondo complementare al Pnrr e dei fondi europei; sulle iniziative, anche a livello europeo, per il ripristino di condizioni di normalità in Emilia-Romagna, con particolare riferimento al comparto agricolo; sulle iniziative urgenti a favore del settore agricolo dell’Emilia-Romagna in relazione ai recenti eventi alluvionali, con particolare riferimento alla previsione di indennizzi e di una moratoria fiscale; sulle iniziative volte a garantire un’efficace ripartizione delle risorse a supporto della popolazione dell’Emilia-Romagna colpita dai recenti eventi alluvionali, in particolare ai fini della ripresa del comparto agricolo. 
Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte a superare la crisi del settore olivicolo, con particolare riferimento all’attuazione del piano straordinario in Puglia e alla predisposizione di un piano strategico nazionale.Signor Presidente, Onorevoli deputati, l’oleicoltura rappresenta, nella visione del Ministero, un comparto strategico per la filiera agroalimentare italiana. Per questo abbiamo attivato diversi strumenti di intervento, sia nell’ambito del Piano strategico della PAC 2023-2027, sia attraverso il PNRR. Con la PAC si è intervenuti soprattutto a sostegno della produzione primaria, mentre con il PNRR è stato privilegiato l’ammodernamento dei frantoi oleari. Più in particolare, il Piano strategico della PAC prevede un sostegno accoppiato al reddito per i conduttori delle superfici olivicole destinate alla produzione di olio ad indicazione geografica, cui sono stati destinati circa 12 milioni di euro all’anno fino al 2027. Sempre nell’ambito dei pagamenti diretti, è stato attivato uno specifico eco-schema in favore dei produttori olivicoli, con uno stanziamento annuo di circa 150 milioni di euro, anche questo fino al 2027. Per rilanciare la filiera italiana dell’olio d’oliva, in favore delle Organizzazioni di produttori del settore olivicolo sono stati stanziati circa 35 milioni di euro all’anno fino al 2027, mentre grazie al PNRR, come dicevo, sono stati destinati 100 milioni ad investimenti volti all’ammodernamento degli impianti di molitura delle olive. Relativamente al tema sollevato dagli onorevoli interroganti, ricordo che il Ministero dell’agricoltura ha adottato il piano di rigenerazione olivicola della Puglia, della cui attuazione è responsabile la Regione Puglia. Per l’attuazione del Piano, il Ministero ha messo a disposizione e trasferito alla Regione Puglia 300 milioni di euro.  Tra le iniziative previste, preme segnalare che in relazione alla misura, gestita dalla Regione, di sostegno al reimpianto di olivi resistenti e tolleranti nella zona infetta, sono stati destinati 60 milioni di euro provenienti dal Piano Xylella e 30 milioni di euro provenienti dal Fondo sviluppo e coesione agricoltura, per un totale di 90 milioni di euro.  Pur avendo richiesto formalmente notizie sullo stato di erogazione dei fondi alla Regione Puglia, non abbiamo ricevuto notizie aggiornate e puntuali.  Per accelerare e facilitare il processo di ricomposizione fondiaria e la rigenerazione dei territori colpiti dalla Xylella, è stato esteso, con il decreto milleproroghe, a tutto il 2023, il pacchetto di agevolazioni fiscali riferito a imposte ipotecarie, catastali e di registro dei terreni.  Aggiungo, inoltre, che è mia intenzione coinvolgere il sistema universitario e della ricerca scientifica per affrontare in maniera strutturale il problema della Xylella. Per quanto riguarda la predisposizione del piano strategico nazionale del settore oleicolo, il Ministero sta al momento lavorando per conseguire il riconoscimento in sede europea di una organizzazione interprofessionale del settore unica, attività questa propedeutica allo sviluppo e predisposizione del piano strategico di settore. Proprio ieri ho incontrato docenti universitari, che mi hanno consegnato un piano di studi, che in queste ore sto approfondendo, per cercare di capire come andare incontro all’esigenza degli scriventi.

Interrogazione a risposta immediata sulle misure a sostegno del comparto della pesca a strascico, alla luce degli impatti derivanti dal relativo piano di azione dell’Unione europea.Signor Presidente, Onorevoli deputati, il contrasto alle restrizioni sull’attività di pesca e il massimo sostegno al comparto ittico sono al centro delle politiche della pesca portate avanti dal Ministero. Quanto al Piano d’azione da Lei citato, preciso che ne condividiamo le finalità di mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili e di ridurre l’impatto della pesca sui fondali marini e sulle specie sensibili attraverso il sostegno al settore della pesca nella fase di transizione e mediante il coinvolgimento di tutte le parti interessate.Relativamente al pacchetto di misure della Commissione europea sulla sostenibilità del settore pesca, presentato dalla stessa il 21 febbraio scorso, ed al Piano d’Azione citato, mi preme ricordare che già a ridosso della sua presentazione nel corso del Consiglio Agrifish del 20 marzo scorso, l’Italia per prima, assieme ad altre Nazioni, ha espresso forti perplessità circa il documento presentato dalla Commissione europea. In tale contesto abbiamo richiesto ulteriori studi e approfondimenti sulla misura, per valutare in modo oggettivo i suoi costi e benefici, il suo impatto sulle singole nazioni, nonché una revisione dei contenuti del Piano d’Azione, da realizzare di concerto con gli Stati membri e con il settore della pesca, evitando e scongiurando inutili penalizzazioni verso i nostri pescherecci con regole rigide che sono inapplicabili verso i Paesi terzi, con i quali invece occorre trovare misure condivise che non penalizzino nessun operatore rispetto ad un altro.  Peraltro, a seguito della posizione portata avanti dall’Italia, durante la plenaria del Parlamento europeo dello scorso 11 maggio sulle politiche della pesca il Commissario europeo per l’ambiente e gli oceani, Virginijus Sinkevicius, intervenendo in plenaria, ha chiarito come il provvedimento non costituisce un divieto della pratica di pesca a strascico.  Richiesta una revisione del Piano d’Azione, è intenzione del Ministero proseguire nella sua opera di vigilanza per assicurare che la revisione del Piano sia pienamente condivisa con le nazioni dell’Unione e con gli attori coinvolti, garantendo la piena sostenibilità economica e una tenuta delle flotte pescherecce. E’ prevista per il prossimo autunno la prima riunione di un nuovo gruppo speciale congiunto che riunisce le autorità per la pesca e l’ambiente degli Stati membri, per sostenerle nella preparazione delle loro “tabelle di marcia nazionali” e per seguirne l’attuazione.  Alla fine di marzo 2024 gli Stati membri dovranno presentare le loro “tabelle di marcia” alla Commissione e le renderanno pubbliche.  La Commissione europea adotterà la seconda relazione sul regolamento in merito alle misure tecniche e il 2024 sarà una data importante anche perché si troverà in relazione a questo anche il nuovo Parlamento europeo. Le misure non possono essere mere raccomandazioni per i paesi terzi devono essere messi in condizione, i nostri pescatori, di avere gli stessi controlli che sono imposti, potenzialmente, ma non nei fatti, alle flotte dei paesi dall’altra parte del mare.  L’Italia, comunque, chiederà e sosterrà tutte le azioni utili ad evitare che le pianificazioni di carattere europeo danneggino poi in termini reali solamente le flotte pescherecce di alcuni, tra i quali l’Italia.

Interrogazione a risposta immediata sulle iniziative volte ad assicurare ed accelerare l’impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate al settore agroalimentare.Signor Presidente, Onorevole Castiglione, voglio innanzitutto premettere che il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha conseguito tutti i target e milestone fissati dalla Commissione Europea per il PNRR al 31 dicembre 2022 ed ha altresì conseguito l”interim step’ previsto per il 31 marzo 2023. Fino a dicembre 2023 non sono previsti altri target /milestone. In particolare, la milestone prevista per il 31 dicembre 2022, relativa alla misura “sviluppo della logistica”, è stata conseguita con la pubblicazione delle graduatorie finali per i settori “imprese”, “mercati” e “porti”. Per la misura “agrosistema irriguo”, è stato rispettato l’interim step europeo al 31 marzo 2023, grazie alla pubblicazione dei bandi di gara per tutti i 97 progetti finanziati. Infine, anche per la misura “Parco Agrisolare”, è stato rispettato il target al 31 dicembre 2022. Su tale misura, alla luce del nuovo elenco di beneficiari pubblicato pochi giorni fa, sono stati assegnati oltre 500 milioni di euro a più di 7.000 imprese. Con riferimento a tale misura, il Ministero si appresta adesso a pubblicare un nuovo bando che supererà proprio le criticità segnalate dagli onorevoli interroganti relative, in particolare, alla necessità di estendere il concetto di autoconsumo e rendere la misura ancora più attrattiva. Le positive interlocuzioni informali che abbiamo avviato e concluso in questi giorni con la Commissione europea permetteranno infatti di introdurre importanti novità: incremento del contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale; introduzione del nuovo concetto di autoconsumo condiviso (comunità energetiche); eliminazione totale, in diversi casi, del vincolo di autoconsumo. Si tratta evidentemente di un risultato di grandissimo impatto. In merito alle somme non impegnate rispetto allo stanziamento di 128 milioni del 2022, indicate dagli onorevoli interroganti, segnalo che non sono relative ad interventi inclusi nel PNRR ma ad altri progetti su cui abbiamo ereditato un certo ritardo che stiamo cercando di recuperare nel più breve tempo possibile. Per quanto riguarda l’avanzamento della spesa relativa ai c.d “progetti coerenti”, occorre precisare che si tratta di un circuito finanziario diverso e più complesso rispetto a quello del PNRR e che coinvolge più amministrazioni, peraltro, su stati di avanzamento in gran parte già validati dal Ministero. Lo stato delle misure del PNRR risulta in estrema sintesi in linea con gli obiettivi concordati con l’Unione Europea ed, anche alla luce delle citate modifiche che stiamo condividendo con la Commissione, siamo fiduciosi di poter conseguire i risultati previsti. Discorso a parte occorre fare sul Piano Nazionale Complementare e sulle altre misure rivolte al settore agricolo. Abbiamo ereditato una situazione di gravissimo ritardo, a cui stiamo faticosamente cercando di porre rimedio. Lei ha ragione, On. Castiglione, a segnalare la situazione del V bando “contratti di filiera agroalimentare”. Il 17 ottobre, con atto adottato dagli uffici prima del mio insediamento, è stato prorogato, dal 24 ottobre 2022 al 24 novembre 2022, il termine di presentazione delle istanze. Ciò ha determinato un aumento esponenziale dei programmi presentati che sono passati da 34 (649 beneficiari) a 318 (6.521 beneficiari in un mese) con un ammontare di risorse richieste che supera i 5 miliardi di euro rispetto ad una disponibilità di 690 milioni di euro. Questo ha determinato un aggravio delle attività istruttorie con il conseguente ritardo nella predisposizione della graduatoria, nonché delle attività degli uffici relative alle gestione delle altre misure. E’ stato necessario, pertanto, intervenire immediatamente per imprimere una forte accelerazione al fine di consentire quanto prima l’ultimazione delle verifiche e la pubblicazione delle graduatorie. Rientra nel piano complementare anche il target previsto per marzo 2022, relativo alla pubblicazione del bando foreste sul quale nessun provvedimento era stato adottato all’atto del mio insediamento. Ho provveduto immediatamente a predisporre e sottoscrivere il decreto ministeriale di avvio della misura che è stato recentemente registrato dalla Corte dei Conti, adempimento che consentirà di pubblicare a breve il relativo bando. Questa situazione ereditata di gravissimo ritardo nell’attuazione del piano Nazionale Complementare ha evidentemente costretto il Ministero a condividere con il MEF una modifica del cronoprogramma adottando nel contempo una serie di iniziative organizzative volte a recuperare il ritardo accumulato entro la fine del corrente anno. Infine voglio segnalare che per la prima volta dal 2021 ho dato attuazione a quanto previsto dal decreto legge 77/2021 riunendo il “Tavolo del partenariato” a cui partecipano tutte le rappresentanze di settore e degli enti locali per informare in assoluta trasparenza sullo stato di attuazione delle misure del PNRR e sugli avvisi che verranno pubblicati nei prossimi mesi.  

Interrogazione a risposta immediata sul divieto di importazione di alimenti sintetici.
Ringrazio il collega Cerreto e il gruppo di Fratelli d’Italia per aver posto un tema che mi permette di dare a loro, parlamentari, e ai cittadini italiani alcuni chiarimenti necessari sulle tante chiacchiere che spesso in televisione fanno proferire cose senza senso ad alcuni che si dicono esperti in materia. Il cibo sintetico è il prodotto finale di vare tecniche di laboratorio. La Food and Drug Amministration degli USA ha approvato un protocollo di produzione che, essendo l’unico attualmente a disposizione, è quello cui è possibile fare riferimento per ricostruire il processo produttivo di tali alimenti. Il protocollo di produzione è descritto in uno studio effettuato dalla dott.ssa Maria Caramelli, già direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. E’ previsto il prelievo di cellule muscolari e fibroblasti da animale vivo; per farle crescere le si alimenta con siero fetale bovino, ormoni e chelanti.  Il siero fetale di vitello, indispensabile per la produzione industriale in questo protocollo, viene estratto con metodo certamente non indolore per l’animale, né in grado di garantire che non vi siano rischi di trasmissione di malattie, come quelle dei prioni, impossibili da diagnosticare all’animale in vita. Si aggiungono aminoacidi, acidi, grassi, zuccheri, tripsina di maiale, antibiotici e antimicotici, per prevenire contaminazioni batteriche e fungine. Per raggiungere l’immortalizzazione delle cellule di pollo viene immesso il cisgene, generativo del corredo genetico del donatore. È quindi evidente che si tratta di un cibo ultra processato, con presenza significativa di farmaci, additivi e la partecipazione di tre specie animali e di un gene. L’utilizzo della carne sintetica inoltre non porta all’eliminazione delle zoonosi, foriere delle pandemie a volte, come da taluno sostenuto, perché si tratta di malattie derivanti dagli animali selvatici. I diversi passaggi del processo produttivo evidenziano infine possibili contaminazioni batteriche e, riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata. I rischi per la salute sono dunque già stati segnalati nel mondo scientifico. Altrettanto certo è l’impatto dirompente di queste produzioni sul nostro sistema enogastronomico, basato sulla qualità degli alimenti, che rappresenta il nostro vero valore aggiunto. Queste produzioni sono un rischio anche per l’ambiente che, con la scelta delle produzioni in laboratorio di prodotti alimentari, potrebbe essere completamente abbandonato con fenomeni di spopolamento e desertificazione che abbiamo già registrato nelle aree interne della nostra Nazione per scelte strategiche sbagliate nel passato. Di fronte a una nuova tecnologia di produzione degli alimenti, della quale sono ancora ignoti ignoti rischi per la salute umana, l’ordinamento europeo consente di intervenire con misure precauzionali. Infatti, in virtù del principio già da lei richiamato regolamento europeo numero 178 del 2002 è possibile adottare misure protettive quando sussistano incertezze riguardo all’esistenza o la portata dei rischi per la salute delle persone, senza dover attendere che sia dimostrata la realtà e la gravità di detti rischi. L’Italia, per prima in Europa e nel mondo, ha ritenuto di attivare le misure precauzionali per impedire la produzione e la commercializzazione del cibo sintetico. Come ricordato, infatti, lo scorso 28 marzo il Consiglio dei Ministri, su proposta congiunta mia e del Ministro della Salute collega Prof. Schillaci, ha approvato, con procedura d’urgenza, lo schema di disegno di legge che stabilisce il divieto di produzione, somministrazione, distribuzione per il consumo di alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati. Tra le condotte vietate, lo chiariamo una volta per tutte, è espressamente prevista l’importazione e la produzione per l’esportazione. Tengo, infatti, a precisare che la stessa normativa europea prevede tra le misure precauzionali la limitazione alla libera circolazione degli alimenti e dei mangimi. D’altra parte, non sarebbe possibile tutelare efficacemente la salute dei cittadini e il nostro patrimonio agroalimentare ove fosse vietata la produzione di cibo sintetico all’interno dei confini nazionali, salvo poi ammettere l’importazione dello stesso cibo da altre Nazioni europee o aderenti allo spazio economico europeo. Con questo intervento normativo – ora all’esame del Parlamento italiano che, ove lo riterrà opportuno, potrà senz’altro migliorare il testo – manteniamo una promessa fatta ai nostri coltivatori e ai nostri allevatori: di non restare indifferenti dinanzi all’avanzare di tecnologie che possono distruggere il patrimonio di cultura, storia e tradizione che trova compendio nei prodotti enograstronomici italiani. Ma, prima di tutto, con questo provvedimento tuteliamo i nostri i cittadini da tutto ciò che può mettere in difficoltà la loro salute e il loro benessere.