Tempo di Melograno
Nell’ ultimo decennio si sta assistendo ad una riscoperta della coltivazione del melograno. La motivazione va ricercata in un nuovo interesse soprattutto salutistico. Da frutto marginale o dimenticato è diventato riferimento nel panorama dei consumi nazionali.
Il melograno era molto apprezzato e coltivato dai Fenici i quali riuscirono a selezionare parecchie varietà di pregio, tanto da indurre i Romani a chiamare la pianta col nuovo nome di malum punicum (melo punico). Anche il mondo arabo lo teneva in grande considerazione: infatti Maometto ammoniva: “mangiate il melograno, vi terrà lontano dall’invidia e dall’odio” (Popenoe, 1929). Il frutto del melograno era chiamato nel lessico italico granatum (frutto in grani), da cui la derivazione siciliana di granato. È da ricordare ancora che il melograno ha dato il nome ad una famosa città spagnola: Granada (nome spagnolo del melograno), sorta in un luogo dove veniva coltivato estesamente. Ricordiamo, ancora, che il melograno viene citato dal Carducci nella famosa poesia Pianto antico dedicata al figlio “L’albero a cui tendevi la pargoletta mano il verde melograno dai bei vermigli fior. “- Il frutto del melograno è ritenuto simbolo d’amore. Una leggenda racconta che i chicchi di melograno in origine erano bianchi e che divennero rossi solo quando Lucifero precipitò nell’inferno. Curiosa era anche un’usanza tutta rurale: i contadini, per avere frutti più numerosi, erano soliti accendere la paglia umida sotto l’albero in modo tale da fare molto fumo e investire così tutta la chioma; questa operazione però andava fatta solamente nella fatidica notte di San Giovanni! Un’altra credenza afferma che, appendendo un frutto aperto di melograno al capezzale del neonato, si potrà star certi che lo spirito maligno se ne starà ben lontano: infatti quando esso si avvicinerà al piccino sarà costretto a contare i chicchi, per cui non avrà il tempo di mettere in atto le sue arti malefiche! Nella cucina rinascimentale i chicchi di melograno costituivano un colorato ed originale contorno degli arrosti di carne.
Ancora oggi in Sicilia, per quanto raramente, vi è chi utilizza i grani quale armoniosa decorazione di gelatine ed insalate. Il succo viene usato per la preparazione di certi piatti a base di anguille. I rabdomanti per cercare l’acqua sotterranea usano verghe di melograno.
Il melograno è tipico della stagione autunnale, per le innumerevoli proprietà, si rivela un vero e proprio toccasana della salute, tanto da essere considerato un vero e proprio superfood. Il succo di melograno è ricco di antiossidanti e un concentrato di vitamina C, vitamina K, sali minerali. Sono proprio queste caratteristiche che lo rendono eccezionale sia dal punto di vista curativo che preventivo.
I chicchi del melograno si possono consumare freschi o spremuti. Al succo infatti si aggiunge zucchero e acqua e si ottiene la famosa granatina. Esistono diverse varietà di melograno, tra cui quello agro detto cartasiu ed il granatu a denti di cavaddu con chicchi grossi e lunghi. Sono da segnalare le deliziose melograni di Giarratana.