Corleone, Valledolmo, Vallelunga, Paceco: ogni lembo di Sicilia ha il suo pomodoro seccagno
In Sicilia, con il termine seccagno s’intendente una produzione ottenuta con un’antica tecnica agronomicamente conosciuta come aridocoltura, sempre adoperata nelle aree interne siciliane, i cui agricoltori conoscono abbastanza bene.
Dell’aridocultura fanno parte delle tecniche che hanno permesso all’agricoltura di prosperare anche in ambienti aridi. Le prime tracce di aridocultura si trovano nelle antiche civiltà del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. Queste società svilupparono sofisticati sistemi di irrigazione, come i qanat persiani o i canali degli Inca, per portare l’acqua dalle fonti sotterranee ai campi coltivati. Inoltre, selezionarono colture resistenti alla siccità e misero a punto tecniche di conservazione dell’acqua e lavorazioni superficiali o l’utilizzo di vegetazioni pacciamanti.
L’aridocultura continua a essere una pratica fondamentale in molte regioni del mondo, dove la crescita della popolazione e il cambiamento climatico mettono sempre più a dura prova le risorse idriche. Oggi, grazie ai progressi tecnologici, sono disponibili nuove tecniche e strumenti per migliorare l’efficienza dell’irrigazione, selezionare varietà colturali più resistenti alla siccità e sviluppare sistemi di agricoltura sostenibile.
Il seccagno è un ecotipo di pomodoro coltivato in Sicilia, principalmente nelle zone interne delle province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta; pomodoro che viene coltivata senza irrigazione, sfruttando solo l’umidità naturale del terreno, il che conferisce ai pomodori un sapore intenso e concentrato. un sapore intenso e una concentrazione di zuccheri e nutrienti unica.
La presenza di questa tecnica produttiva la dice tutta sul fatto che insiste in territori dove era forte la presenza musulmana del nord Africa, coltivatori, che conoscevano a menadito le tecniche d’aridolcoltura, una padronanza che si estende anche alla coltivazione del melone giallo. Il pomodoro seccagno viene anche chiamato “l’oro rosso di Sicilia”
I centri più rinomati
I centri più rinomati per la presenza dell’oro rosso sono: Corleone (PA), famosa per il pomodoro corleonese, ideale per salse grazie alla sua polpa densa; Valledolmo (Alia) (PA) produce pomodori di piccole dimensioni, perfetti per le conserve; Vallelunga (Villalba) (CL) con il suo pomodoro a grappolo, noto per il gusto dolce; Paceco (TP) per il pomodoro pizzutello, un ecotipo dal gusto deciso condizionato dalla presenza della salsedine, detto anche di pennula, cioè può essere conservato appeso ad una trave a grappoli per diversi mesi.
Tecniche di coltivazione e sfide
Il pomodoro seccagno è un vero e proprio miracolo della natura. La sua coltivazione senza irrigazione è possibile grazie ad alcune tecniche e adattamenti, quali: terreni ben drenati e ricchi di sostanza organica, in grado di trattenere l’umidità proveniente dalle rare piogge; la semina avviene in semenzaio, e le piantine vengono poi trapiantate in campo aperto; l’utilizzo delle pratiche di cimatura e sfemminellatura, azioni che servono a concentrare le energie della pianta sui frutti, migliorandone la qualità, nonché la rotazione colturale, indispensabile per evitare l’accumulo di patogeni nel terreno e l’alternanza della coltivazione del pomodoro con altre specie. La produzione è poi affidata alle condizioni climatiche. Un’estate troppo piovosa o un inverno particolarmente rigido possono compromettere la produzione.
Proprietà nutritive
Il pomodoro seccagno è un vero concentrato di benessere. Grazie alla sua coltivazione in condizioni di stress idrico, sviluppa una concentrazione di sostanze nutritive superiore rispetto ai pomodori tradizionali: il licopene, potente antiossidante protegge le cellule dai danni dei radicali liberi, si consiglia di consumarlo cotto, in questo stato il contenuto di questo antiossidante è maggiormente assorbibile; la vitamina C, importante per il sistema immunitario e per la produzione di collagene; il potassio essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e muscolare, nonché gli zuccheri naturali che conferiscono al pomodoro seccagno un sapore dolce e intenso. Si tratta inoltre di un alimento a basso apporto calorico, solo 17 kcal/100 g.
Accostamenti in cucina
Questi ecotipi rappresentano la diversità agricola della Sicilia e sono spesso utilizzate in piatti tradizionali. La versatilità del pomodoro seccagno lo rende un ingrediente perfetto per numerose ricette.
Salse e sughi: la polpa densa e il sapore intenso lo rendono ideale per preparare salse e sughi per la pasta. Concentrati: buoni anche per realizzare i concentrati (Astrattu); Conserve: i pomodorini seccagni, dopo averli asciugati al sole, sono perfetti per preparare conserve sottolio, da gustare come antipasto o contorno. Caponate: il pomodoro seccagno aggiunge un tocco di dolcezza e acidità a queste preparazioni. Pizze, focacce e bruschette: i pomodorini freschi o secchi sono un condimento prezioso per pizze e focacce e bruschette. Matarocco, un piatto del trapanese anche un condimento eccellente. Primi piatti: il pomodoro seccagno è ottimo per preparare risotti, zuppe e minestre.
Indispensabile per il “pesto alla trapanese, alla norma, ecc., naturalmente si sposano con un buon olio extravergine d’oliva, il basilico, l’aglio e l’origano. Con la mozzarella è l’abbinamento classico per preparare insalate, caprese e pizze.
Nonostante i progressi, l’aridocultura deve affrontare numerose sfide come il cambiamento climatico: l’aumento delle temperature e la riduzione delle precipitazioni rendono sempre più difficile coltivare in zone aride; il degrado del suolo, l’uso intensivo delle terre e le pratiche agricole scorrette possono portare alla salinizzazione e alla desertificazione. La scarsità di risorse idriche: La competizione per l’acqua tra agricoltura, industria e uso domestico è destinata a intensificarsi. Per garantire la sicurezza alimentare nelle regioni aride, è necessario investire in ricerca e sviluppo, promuovere pratiche agricole sostenibili e adottare politiche che favoriscano l’uso efficiente delle risorse idriche.
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A Valledolmo, terra di sole e tradizioni secolari, la coltivazione del pomodoro è molto più che un’attività agricola: è un’arte. Negli ultimi anni, però, il cambiamento climatico ha posto nuove sfide agli agricoltori, spingendoli a rivedere le proprie tecniche. Temperature in aumento e precipitazioni sempre più scarse hanno reso necessaria una gestione oculata delle risorse idriche, per massimizzare i rendimenti riducendo al minimo il consumo d’acqua.
L’Idea innovativa
Nel contesto di un’agricoltura sempre più segnata da condizioni climatiche avverse, l’esigenza di trovare soluzioni sostenibili ha portato gli agricoltori siciliani a riscoprire varietà antiche e resilienti. Tra queste, il “Pizzutello”, una varietà di pomodoro, si è rivelata una risorsa preziosa. Questa varietà, oggi riconosciuta come Presidio Slow Food, è stata selezionata per le sue caratteristiche uniche che la rendono particolarmente adatta alla coltivazione senza irrigazione.
Un Pomodoro Resiliente
Il Pizzutello si distingue per la sua capacità di ottimizzare l’uso dell’acqua e sopravvivere in condizioni di scarsità idrica. Le sue radici profonde permettono alla pianta di accedere alle riserve d’acqua più profonde nel suolo, aumentando così la sua resistenza alla siccità. Inoltre, questa varietà è geneticamente predisposta a tollerare temperature elevate, un vantaggio significativo in un clima come quello siciliano.
Una delle caratteristiche più interessanti del Pizzutello è la sua capacità di adattamento: ispessisce i tessuti delle foglie e riduce l’apertura degli stomi per limitare la perdita di acqua, dimostrando una straordinaria resilienza alle condizioni climatiche avverse.
Il Metodo Siccagno
Sfruttando le straordinarie qualità del Pizzutello, gli agricoltori di Valledolmo hanno sviluppato un metodo di coltivazione chiamato “siccagno”, che prevede la crescita del pomodoro senza irrigazione. Questa tecnica viene praticata nell’entroterra siciliano, in particolare tra Valledolmo e Marianopoli, nelle province di Caltanissetta e Palermo. La chiave del successo di questa pratica risiede nella capacità di sfruttare le caratteristiche del terreno, mantenendo un equilibrio tra argilla e sabbia per trattenere l’umidità necessaria.
La coltivazione del pomodoro siccagno beneficia anche dell’escursione termica tra il giorno e la notte e dei venti che soffiano nell’area. Inoltre, l’adozione di rotazioni agronomiche triennali favorisce un equilibrio naturale degli elementi del terreno, riducendo la necessità di concimi chimici.
Oltre alle caratteristiche genetiche del Pizzutello, le operazioni colturali sono cruciali per la coltivazione siccagna. Le periodiche rincalzature e sarchiature aiutano a sopprimere la crescita delle erbacce, riducendo la concorrenza per l’acqua e i nutrienti, mentre la pacciamatura mantiene l’umidità del suolo e ne previene l’erosione. Queste pratiche riducono al minimo la necessità di interventi esterni, favorendo una coltivazione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
I pomodori coltivati con il metodo siccagno sono più piccoli e le rese sono ridotte, ma la qualità del prodotto è eccezionale. Il colore rosso intenso, la polpa ricca di zuccheri e la concentrazione di antiossidanti come il licopene e la vitamina C rendono questo pomodoro un ingrediente pregiato per salse, passate e pomodori secchi.
Oltre alla qualità del prodotto, la coltivazione siccagna offre numerosi benefici economici e ambientali. Riducendo la dipendenza dall’irrigazione, si abbattono i costi di produzione e si minimizza l’impatto ambientale. Inoltre, il pomodoro siccagno si posiziona sul mercato come un prodotto di nicchia, con un prezzo più elevato e un appeal particolare per i consumatori attenti alla qualità e alla sostenibilità.
La riscoperta del Pizzutello e l’adozione del metodo siccagno rappresentano un esempio virtuoso di come l’agricoltura di Valledolmo stia affrontando le sfide del cambiamento climatico. Grazie alla combinazione di tradizione e innovazione, gli agricoltori stanno costruendo un modello di agricoltura resiliente, capace di garantire prodotti di alta qualità nel rispetto dell’ambiente. Il pomodoro siccagno non è solo un simbolo della biodiversità siciliana, ma anche una risposta concreta alle sfide agricole del futuro.