Ecco come i robot possono aiutare l’agricoltura



Le applicazioni dell’agricoltura di precisione, si stanno evolvendo in sistemi più complessi, che fino a pochissimo tempo fa erano prerogativa militare. Sto parlando degli UAV, acronimo di unmanned aerial vehicle (veicolo aereo senza pilota). Conosciuti come droni, questi veicoli sono stati quelli che hanno supportato, e supportano moltissime attività di intelligence militare e civile.
La tipologia di UAV impiegata per gli usi civili ed agricoli, è caratterizzata da una minore dimensione, e sostanzialmente dalla possibilità di volare in ambito confinato. Il volo in ambito non confinato è condizionato e permesso, solo dopo il rilascio di particolari autorizzazioni dall’Eniac.  Sono caratterizzati da un sistema di propulsione elettrico, da un GPS per il geoposizionamento e dall’essere dotati di macchine fotografiche o telecamere.

Nella foto un UAV, ottocottero, ad ala rotante, dotato di sistema di ripresa multi-spettrale ad alta risoluzione, opportunamente montato su una piattaforma giro stabilizzata ed il cui orientamento è comandato a distanza

Campi di applicazione
Gli UAV possono fornire ulteriori informazioni al fine di migliorare lo sfruttamento dei terreni agricoli, per aumentare i raccolti, per migliorare il risparmio sui runoff, per la gestione dell’acqua in eccesso e per il corretto uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Tutto ciò passa attraverso il monitoraggio continuo dell’area interessata. I software installati sugli UAV consentono infatti di effettuare un percorso in modo completamente automatico. Si inseriscono i punti del percorso in coordinate, e il drone vola da un punto ad un altro, ad una determinata quota e velocità per fare ritorno al punto di partenza in modo completamente automatico ed autonomo. I dati rilevati possono essere memorizzati a bordo e trasmessi contemporaneamente a terra, con la possibilità continua di intervento, in remoto, da parte dell’operatore, in caso di esigenze particolari o di emergenze.

 

Ma la flotta dei robot, non si limita all’osservazione dall’alto.
Christophe Millot à MàconRecentemente un informatico francese, Christophe Millot, inspirato dalla mancanza di manodopera in ambito viticolo, ha realizzato un prototipo con il compito specifico di gestire il vigneto. Il prototipo, è dotato di un GPS, due braccia, quattro ruote e sei telecamere. Secondo Millot questo robot, dovrebbe essere in grado di fare fronte alla mancanza di manodopera nell’industria viticola. Vin, sigla che sta per “viticoltura naturale intelligente”, è in grado di registrare le caratteristiche di ogni pianta e di memorizzare le cure di cui necessita.

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Grazie alla loro flessibilità, gli UAV e i robot, saranno in grado di fornire agli agricoltori, ai ricercatori e agli agronomi, i migliori strumenti per incrementare l’efficienza nel monitoraggio dei terreni agricoli, contribuendo in modo significativo ad una agricoltura sempre più sostenibile.

 

Giuseppe Dr. Agr. Morello

Ricercatore confermato
Dipartimento dei Sistemi Agricoli e Ambientali
Università degli Studi di Palermo

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