Legge di Stabilità e agricoltura: ecco l’intervento del ministro De Girolamo





Testo integrale dell’intervento del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, durante il question time alla Camera

Interrogazione a risposta immediata On. Monica FAENZI e On. Enrico COSTA

(Fiscalità ed ‘accesso alla terra’)

Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghi,

il mondo agricolo ed agroalimentare italiano è caratterizzato da un’evidente specificità, che lo distingue – e  di questo dobbiamo essere consapevoli – dalle altre realtà produttive del Paese.

L’azione che ho voluto mettere in campo in questi mesi è finalizzata a difendere e a garantire questa specificità ed è una scelta che ritengo strategica per l’intero sistema Italia.

Come giustamente ricordano gli Onorevoli colleghi, il comparto agroalimentare italiano rappresenta oggi una realtà fondamentale per l’economia nazionale e, non a caso, costituisce il settore che realizza il maggior volume di esportazioni.

In questo quadro, come Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, mi sono impegnata affinché la specificità del settore non venisse messa in discussione dalle scelte di politica fiscale adottate nel recente passato che non ho condiviso poiché non compatibili con la natura e con le potenzialità produttive dell’agricoltura italiana.

Sono, quindi, intervenuta, com’è noto, per evitare che sui terreni agricoli gravasse l’imposizione dell’IMU, nella piena consapevolezza che il terreno agricolo, più che una proprietà, è uno strumento fondamentale di produzione e di equilibrio socio-economico per tutto il Paese.

In un contesto economico particolarmente critico, il Governo, con il disegno di legge di stabilità per l’anno 2014, ha riconosciuto la giusta attenzione al mondo agroalimentare con misure importanti che andranno a beneficio delle piccole e medie imprese, favorendo anche il ricambio generazionale.

In particolare:

Per i prodotti petroliferi impiegati in lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella silvicoltura e piscicoltura e nelle coltivazioni sotto serra ai fini dell’applicazione delle aliquote ridotte o dell’esenzione dell’accisa, sono previste risorse pari a 4 milioni di euro per l’anno 2014, a 21 milioni di euro per l’anno 2015 e a 16 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016. Sono state in questo modo recuperate, almeno parzialmente, le dotazioni finanziarie a suo tempo ridimensionate a seguito della legge 24 dicembre 2012, n. 228 (articolo 1, comma 517), che disponeva la riduzione dei consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all’impiego agevolato.

Aggiungo, inoltre, che l’intervento fa seguito ad un’analoga iniziativa, disposta con decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, che ha praticamente ripristinato l’agevolazione aggiuntiva prevista per il gasolio sotto serra, a suo tempo interrotta a seguito dell’avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, poi superata.

Sulla piccola proprietà contadina vengono ripristinate le agevolazioni tributarie che erano state precedentemente eliminate e, conseguentemente, le operazioni a queste collegate sconteranno l’imposta di registro ed ipotecaria in misura fissa e imposta catastale all’1%, nel caso di trasferimento dei terreni in favore di coltivatori diretti e di imprenditori agricoli professionali.

Tutti questi interventi si muovono anche nella direzione di facilitare “l’accesso alla terra” in particolare per le nuove generazioni. Non a caso proprio su questo fronte si è deciso, ad esempio, di garantire l’assegnazione in affitto o in concessione dei terreni pubblici ad uso agricolo in via preferenziale ai giovani imprenditori agricoli, di età compresa tra i 18 e i 40 anni, ed è stato, altresì, previsto un meccanismo in grado di evitare operazioni speculative, specificando che gli interventi per l’accesso al mercato dei capitali siano prioritariamente destinati alle imprese agricole ed agroalimentari condotte da giovani.

Da questo punto di vista, particolarmente importanti saranno sicuramente anche le scelte che presto saremo chiamati a compiere con l’applicazione della Politica Agricola Comune (PAC).

La definizione di ‘agricoltore attivo’ e l’applicazione della maggiorazione degli aiuti diretti in favore dei giovani agricoltori sono tutte scelte destinate a rendere meno rigido il mercato fondiario e a garantire ai giovani imprenditori una maggiore accessibilità al mondo agricolo.

 

 

 

Interrogazione a risposta immediata On. ZACCAGNINI

(Ogm)

Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghi,

al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, l’articolo 4 della legge n. 4 del 2011 ha – com’è noto – reso obbligatorio indicare in etichetta, oltre alle informazioni già previste dalle precedenti norme, anche l’indicazione del luogo di origine o di provenienza nonché, in conformità alla normativa dell’Unione europea, l’eventuale utilizzo di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale.

L’applicazione di tale disposizione di legge è demandata, in relazione alle varie produzioni agroalimentari, all’adozione di decreti interministeriali, concertati con il Ministro dello Sviluppo Economico.

Un primo passo in tal senso ha riguardato alcuni prodotti del settore lattiero e, in particolare, il latte a lunga conservazione, il latte UHT, il latte pastorizzato microfiltrato e il latte pastorizzato ad elevata temperatura, ritenendo tale settore uno dei prioritari sui quali intervenire con la messa a punto dello schema di decreto interministeriale che, in ottemperanza alle previsioni di cui alla Direttiva 98/34/CE, è stato notificato alla Commissione europea.

La notifica ha determinato osservazioni e pareri circostanziati da parte della Commissione e di alcuni Stati membri finché si è giunti alla formalizzazione della Decisione di Esecuzione della Commissione del 28 agosto scorso che è stata adottata con il voto favorevole di tutte le delegazioni presenti ad esclusione, ovviamente, del nostro voto.

La decisione vieta all’Italia di adottare le disposizioni relative all’obbligo di indicare, sulle etichette dei prodotti lattieri che ho elencato prima, il Paese di origine dell’allevamento, nonché l’indicazione “UE” o “Paesi terzi” nel caso di provenienza del latte rispettivamente da uno o più Stati membri dell’Unione europea o da Paesi terzi.

E’ evidente che vietare ciò significa precludere all’Italia qualsiasi possibilità di garantire il sistema di etichettatura che la predetta legge n. 4 del 2011 prevede a tutela del consumatore.

In questo contesto, va ricordato come la Commissione ritiene che, in materia di etichettatura e di informazioni al consumatore, esista già un quadro normativo, con l’entrata in vigore del regolamento (CE) n. 1169 del 2011, che sarà applicato a partire dal 13 dicembre 2014 e che ha introdotto l’obbligo di prevedere un sistema di informazioni e di etichettatura per i prodotti alimentari. Tale regolamento prevede, tra le informazioni obbligatorie, anche l’indicazione dell’origine e il luogo di provenienza.

Per quanto concerne più specificatamente il latte, invece, la Commissione dovrà presentare un report, entro la data di applicazione del regolamento, nell’ambito del quale sarà esaminata la possibilità di adottare l’obbligo dell’indicazione dell’origine anche per il latte e per gli ingredienti.

Quanto alla normativa sull’etichettature degli alimenti e dei mangimi contenenti Organismi geneticamente modificati, devo ricordare che i prodotti costituiti o contenenti o derivati da OGM, sia alimenti che mangimi, sono soggetti ai requisiti di etichettatura e tracciabilità stabiliti con i Regolamenti comunitari n. 1829 e n. 1830 del 2003. Ciò garantisce che vengano fornite informazioni ai consumatori e utilizzatori di tali prodotti, permettendo loro di effettuare una scelta consapevole.

Il Regolamento (CE) n. 1829 del 2003 stabilisce che gli alimenti derivati da OGM, destinati al consumatore finale o ai fornitori di alimenti per la collettività, devono riportare in etichetta la dicitura relativa alla presenza di OGM.

Tale obbligo non si applica tuttavia agli alimenti che contengono gli OGM autorizzati, oppure che sono costituiti o prodotti a partire da OGM autorizzati in proporzione non superiore allo 0.9% degli ingredienti alimentari, purché tale presenza sia accidentale o tecnicamente inevitabile.

Con il Regolamento (CE) n. 1830 del 2003, gli alimenti GM devono rispettare anche le prescrizioni stabilite in materia di tracciabilità che è definita, in modo specifico per questo settore, “come la capacità di rintracciare OGM e prodotti ottenuti da OGM in tutte le fasi dell’immissione in commercio attraverso la catena di produzione e di distribuzione”.

Per garantire la tracciabilità, gli operatori che trattano prodotti contenenti, costituiti o ottenuti da OGM hanno l’obbligo di fornire al successivo operatore della filiera, in tutte le fasi di produzione e distribuzione, una specifica informazione in merito.

Interrogazione a risposta immediata On. TAGLIALATELA

(“Terra dei fuochi” – tutela dei consumatori e delle produzioni agroalimentari)

 

Onorevole Presidente, Onorevoli Colleghi,

la complessità della gestione della gravissima situazione in cui versa la zona campana ormai nota come “terra dei fuochi” è nella consapevolezza di tutte le Amministrazioni e le Istituzioni che sono chiamate con urgenza ad intervenire.

Questa Assemblea ha già avuto modo di conoscere, nella seduta di Question Time di mercoledì scorso, il dettaglio delle iniziative e delle attività che il Ministro Orlando ha messo in campo sia localmente, in sinergia con il Ministro dell’Interno e con le Prefetture competenti, nonché a livello centrale, confermando l’azione per un celere completamento del sistema impiantistico dei rifiuti in attuazione degli impegni assunti con la Commissione Europea.

Oltre a tali azioni di specifica competenza del Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare, cui comunque ho garantito il supporto collaborativo di tutti i miei Uffici così come al Ministero dell’Interno nell’ambito dei tavoli di concertazione attivati, ho istituito, con il decreto del 27 settembre scorso,  l’“Osservatorio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per i roghi dei rifiuti in Campania” che presiedo direttamente, coadiuvata dagli esperti dei miei Dipartimenti e del Corpo Forestale dello Stato.

Tale organo collegiale – a carattere interistituzionale poiché ho chiesto un rappresentante sia del Ministero dell’Ambiente, del territorio e del mare che del Ministero della Salute – definirà nel più breve tempo possibile:

– il piano di riconversione produttiva dei terreni contaminati dalle diossine con colture no-food e ogni altra misura finalizzata alla salvaguardia e recupero del territorio campano interessato dal fenomeno dei roghi tossici;

– l’individuazione di misure di sostegno al reddito degli agricoltori;

– le linee operative di potenziamento del monitoraggio del territorio anche attraverso l’incremento delle risorse umane e strumentali localmente impiegate, favorendo altresì la circolarità delle informazioni investigative ed operative inerenti il fenomeno dei roghi tossici.

Inoltre, il Corpo Forestale dello Stato si è già attivato predisponendo un rafforzamento delle azioni di polizia di prevenzione e repressione attraverso le pattuglie dislocate sul territorio e costituirà, nell’ambito delle azioni di mia competenza, il fulcro delle operazioni di verifica e monitoraggio delle aree interessate, dei pozzi irrigui e della filiera produttiva, cooperando altresì con tutte le altre forze che il Governo sta impiegando sul territorio in questione.

In questo quadro d’azione, è evidente che il recupero delle terre inquinate o potenzialmente inquinate è strettamente correlato ad una immediata e corretta perimetrazione del territorio in funzione della quale, attraverso i miei Uffici, nel corso delle riunioni coordinate dal Ministero dell’Interno – e oggi ce ne sarà una al Viminale con il Ministro Alfano alla quale parteciperò insieme ai Ministri Lorenzin e Orlando e il Presidente della Regione Campania Caldoro – ho evidenziato di assicurare la piena disponibilità delle strutture ministeriali e delle forze individuate dall’Osservatorio, appositamente istituito, a supportare la competente Regione Campania e le altre istituzioni coinvolte nell’azione di identificazione dei terreni direttamente inquinati, o comunque inidonei, anche soltanto per prossimità, alla produzione agricola e agli allevamenti di bestiame per l’alimentazione umana.

La perimetrazione è propedeutica a qualsiasi azione di tracciabilità e certificazione dei terreni e della destinazione no- food delle produzioni ed è necessaria a delimitare le zone di rischio anche per circoscrivere i timori che hanno causato il blocco nell’acquisto di produzioni campane.

Sulla base di tutti i protocolli attivati e delle indagini in corso si arriverà quanto prima a tale perimetrazione dei terreni contaminati, su cui potranno essere operate esclusivamente colture no-food a tutela dei consumatori e della sostenibilità socio-economica delle imprese operanti in aree che saranno ritenute sicure per la prosecuzione della produzione agroalimentare.

Il settore agroalimentare è vittima della gravissima situazione della “terra dei fuochi” e vi assicuro che non sarà abbandonato da questo Governo.