Rete di monitoraggio del grano a rischio smantellamento, appello al ministro

E’ partita in questi giorni una nota indirizzata al Ministro Maurizio Martina a firma della Dirigenza del Consorzio di Ricerca Gian Pietro Ballatore, riguardo il pericolo di smantellamento della Rete di Monitoraggio della Qualità del Grano, la cui soppressione  rischia di indebolire e far perdere valore al sistema della filiera grano in Italia.

L’Ente di Ricerca sottolinea come “La rete di monitoraggio è stata implementata nel nostro paese a partire dal 1999 ed ha coinvolto oltre al MIPAAF ed il CREA (Ex Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura) anche diversi enti locali periferici (come la Regione Siciliana, ARSIA, ARSIAM, ecc.), i quali si sono resi attuatori, nel proprio territorio di competenza, della realizzazione delle fasi esecutive quali il campionamento, l’affiancamento aziendale, il controllo analitico e la raccolta dei dati parziali che venivano poi trasmessi a Roma per l’elaborazione complessiva. La rete dei centri di stoccaggio  opera per mezzo di specifica strumentazione analitica (analizzatori all’infrarosso) in dotazione presso un centinaio di centri di ammasso aderenti alla rete ed ha consentito fino ad oggi di analizzare annualmente una media di circa 20.000 lotti di grano.

Al momento dello stoccaggio il grano raccolto nelle diverse regioni viene conferito presso un centinaio di centri di ammasso che dispongono della suddetta strumentazione; lo stesso viene analizzato in pochi secondi e caratterizzato per componente proteica, peso ettolitrico, contenuto in glutine, indice di giallo e umidità. Questa pratica ha molti effetti favorevoli per la filiera, quali ad esempio:

–    Consente al granicoltore di conoscere la qualità del proprio grano in modo da poterla utilizzare per gestire meglio i processi di contrattazione/vendita e ottimizzare negli anni le proprie scelte colturali.

–    Consente al centro di ammasso di effettuare lo stoccaggio differenziato per qualità omogenea e concentrare così i lotti di qualità superiore rispondendo in modo più efficace alle richieste espresse dal mondo della trasformazione.

–    Contribuisce a costruire una banca dati informativa sulla qualità delle produzioni italiane di grano (duro e tenero) alla quale i ricercatori attingono per generare conoscenza e per supportare meglio gli agricoltori durante le proprie scelte colturali.

La notizia che da quest’anno la rete non potrà contare sul coordinamento delle attività che fanno capo al CREA IT di Roma è una grave notizia per la filiera grano in Italia.

Notizia che è stata diffusa dal CREA IT (ex CREA-QCE) di Roma, che coordina il funzionamento della rete di confronto varietale e di monitoraggio della qualità del grano duro in Italia presso i centri di stoccaggio e le aziende agricole delle varie regioni, “che a partire da quest’anno il Ministero da Lei rappresentato non finanzierà più le attività di supporto al funzionamento della medesima rete.

Il CREA IT garantisce la corretta risposta analitica degli strumenti che operano nella suddetta rete e che sovrintende alla standardizzazione delle risposte analitiche mediante calibrazioni affidabili e certificate. La mancanza del finanziamento, determinerà l’impossibilità di attuare le procedure utili per garantire il funzionamento della rete di monitoraggio sopra descritta. Il CREA stima una somma di 30000 Euro/anno per il supporto della intera rete di monitoraggio della qualità (Stoccaggio, monitoraggio aziendale e Confronto varietale)”.

La comunicazione ha quindi lo scopo di chiedere al Ministero di sostenere ed attuare tutte le procedure e le soluzioni possibili per garantire il sopracitato finanziamento al CREA, affinché si possa garantire il funzionamento della suddetta rete e scongiurare la perdita di conoscenze generate da oltre un ventennio di monitoraggio. Il venir meno di una conoscenza puntuale sulla qualità del grano prodotto in Italia, sminuirebbe gli effetti del recente decreto sull’obbligatorietà di riportare l’origine del grano sull’etichetta della pasta di semola di grano duro (DECRETO MIPAAF 26 luglio 2017; G.U. del 17/8/2017 n. 191).

Arga Sicilia sottoporrà la problematica anche all’UNAGA (Associazione Nazionale Giornalisti Agricoltura) per cercare di far presente al Ministro Martina la risoluzione di una problematica di utilità fondamentale per l’intera filiera cerealicola che rischia, dopo tanti anni, di non avere più riconosciuta una premialità che solo questo strumento tecnico riesce a certificare.