Distretto produttivo siciliano lattiero caseario: “Speculazioni sui produttori di latte e formaggi a causa del coronavirus”

La crisi che investe i produttori siciliani di latte ha indotto il Distretto Produttivo Siciliano Lattiero Caseario a chiedere ancora l’intervento del Governo Regionale, con un documento inviato al Presidente della Regione, Nello Musumeci, agli assessori dell’agricoltura, Edy Bandiera, e delle Attività Produttive, Mimmo Turano, ed al presidente della commissione Attività Produttive dell’Ars, Orazio Ragusa, per segnalare, in conseguenza dell’allarme determinato dal coronavirus.

“Difronte al fatto che la produzione siciliana di latte è di circa il 20% dei consumi che si registrano nell’isola – scrive Enzo Cavallo, presidente del Distretto – e preso atto che l’allarme coronavirus ha determinato un aumento dei consumi di latte, latticini e formaggi, non si capisce come mai molti trasformatori hanno comunicato ai produttori di non poter ritirare il latte o, se lo ritirano, di non poter rispettare gli impegni contrattuali per quanto riguarda il prezzo e le modalità di pagamento. Una situazione che appesantisce oltre misura la condizione di estrema difficoltà degli allevatori che non hanno liquidità per onorare le scadenze e per mandare avanti i loro allevamenti, ed impone un preciso intervento della Regione, con tutti i mezzi a disposizione, per contrastare ogni forma di profitto perpetrata in un momento tanto delicato e tanto grave come quello attuale”.

“Le continue importazioni di latte, di cagliate e di materie prime, di dubbia qualità e senza adeguati controlli – viene sottolineato nella missiva – costituiscono un danno di difficile quantificazione a carico degli allevatori siciliani, e la produzione di prodotti abusivamente spacciati per locali e per nulla garantiti nei confronti dei consumatori”.

Da considerare che il Distretto continua ad avere difficoltà a conoscere i dati relativi alle importazioni per dare una completa e corretta esposizione, con riferimenti certi, di quanto segnalato ai vertici del Governo . “Ed è per questo – dichiara Enzo Cavallo – che abbiamo chiesto l’intervento del Governo Regionale per il controllo ed il blocco di esse, ma anche per conoscere tali dati, oltre che per l’avvio, da subito, di una indagine per dare trasparenza a tutto ciò che avviene nell’ambito della filiera lattiero casearia e per garantire i produttori ed i consumatori”.

Per l’occasione il Diprosilac ha ribadito anche la necessità di un intervento del Governo Siciliano nei confronti degli istituti di credito che, “nonostante i vari provvedimenti di cui si ha conoscenza, non sono ancora nelle condizioni di rispondere come dovuto, agli imprenditori ed agli allevatori in difficoltà”.

Sull’argomento latte interviene anche Coldiretti: “Non è possibile che anche in questo periodo  non si conosca la provenienza del latte alla luce del fatto che  5,7 milioni di litri   attraversano le frontiere e invadono l’Italia con cisterna o cagliate congelate low cost di dubbia qualità. Lo afferma Coldiretti Sicilia riprendendo i dati  nazionali del Ministero della salute relativi ai primi quindici giorni del mese di marzo 2020 sui flussi commerciali dall’estero in latte equivalente. Così come richiesto da Ettore Prandini,   presidente nazionale della Coldiretti, chiediamo    di rendere pubblici gli elenchi dei caseifici che importano latte e cagliate dall’estero e vogliono abbassare le quotazioni di quello italiano, con il superamento delle attuali farraginose procedure di accesso ai dati – sostiene ancora Coldiretti Sicilia – Quella che stiamo vivendo  è un’emergenza senza precedenti dove tutti gli anelli della filiera di tutti i comparti produttivi devono essere trasparenti e remunerativi – aggiunge l’organizzazione agricola  regionale – Bisogna agire tutti con grande determinazione verso il superamento della situazione ma bisogna farlo con la consapevolezza che mangiare italiano in questo momento è determinante per sostenere le aziende. E per evitare speculazioni la Coldiretti ha allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle attivando una casella di posta sos.speculatoricoronavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni”.