Il Coronavirus ha fermato anche la Fiera Agricola di Valledolmo

Devo confessare che le “Giornate dell’Agricoltura” di Valledolmo, mi mancano. Mi manca l’aria che si respira tra i vari stand e la degustazione delle tipicità gastronomiche. Mi manca quel contatto sociale che sprigiona il senso di identità e di appartenenza valledolmese; quell’ orgoglio che questa popolazione, a forte impronta rurale, in quei tre giorni, riesce ad esprimere e trasferire ai visitatori. Mi mancano le affettuosità, gli abbracci, i baci, i saluti, quel calore umano che i valledolmesi sanno ancora esprimere in maniera sincera e amichevole.

Si è fermato tutto alla XX Edizione. La manifestazione, nata nel 1999, con l’intento di attuare una politica di rilancio e valorizzazione dell’agricoltura del comprensorio e delle attività artigianali costituisce un veicolo per incrementare il flusso turistico del territorio, ma anche una vetrina per promuovere i prodotti del territorio. Negli anni la manifestazione ha maturato un favorevole consenso sia da parte degli espositori e sia dai numerosissimi visitatori provenienti da tutta la Sicilia.

L’esposizione ha fatto conoscere la vasta e variegata attrezzatura agricola. Presenti anche gli artigiani locali con i loro eccezionali mobili e infissi. In mostra anche i gioielli di famiglia, costituiti dalla pasta Vallolmo, il vino della cantina Castellucci Miano, la salsa di pomodoro e tanti altri prodotti tipici valledolmesi come legumi, formaggi, insaccati, lo zafferano, insomma, un patrimonio enogastronomico unico e tutto a Km. 0.

Valledolmo è un esempio per il territorio regionale. Una popolazione che ha saputo rinnovarsi nella tradizione. Per la loro fattività, spesso dico ai miei amici valledolmesi, che li dovrebbero clonare e distribuire in altre parti della Sicilia. La loro emarginazione territoriale, cioè fuori dalle grandi strade di comunicazione, non ha dato vita ad un isolamento, ad un sistema chiuso, autarchico, ma ha scaturito una consapevole reazione di riscatto, che nel tempo ha favorito la nascita di diverse imprese produttive. Quasi tutte le produzioni chiudono le filiere.

Una comunità che ha strappato lo scettro all’unica vera fiera agricola siciliana che si celebrava ad Enna diventando, a sua volta, punto di riferimento del panorama agricolo regionale.
Popolazione in sintonia con le politiche europee, con produzioni locali che completano la filiera, presenza di imprenditori multifunzionali, che da tempo diversificano le loro produzioni e manifestano una spiccata specializzazione professionale.

Comunità a forte caratterizzazione rurale che ha saputo far coincidere l’antico e il moderno, innescando in agricoltura la ricerca scientifica e le produzioni biologiche. Coronavirus permettendo, Sicilia Agricoltura auspica che le “Giornate dell’Agricoltura “, al più presto, possano tornare a ridare serenità a tutto il mondo e riportarci questi momenti di concordia e solidarietà con gli amici valledolmesi.