Reddito di cittadinanza e Decreto Rilancio: braccia per l’agricoltura

Nell’articolato dell’ultimo Decreto Rilancio emanato dal governo e approvato in Parlamento, è stata prevista una copertura una cifra considerevole di risorse, pari a 55 miliardi di euro. Di questi fondi poco meno della metà, ovvero 25,6 miliardi, sono destinati in diversi modi ai redditi da lavoro. Così, oltre all’accordo sulla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari stagionali in agricoltura, fa parte l’articolo 101 che rende possibile per un datore di lavoro agricolo, assumere con contratti a termine non superiore a 30 giorni, rinnovabili per altri trenta, soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza e anche chi ha una sospensione lavorativa a zero ore, e sta percependo la NASpI, Dis-Call, senza subire la perdita o la riduzione dei benefici previsti, entro il limite di 2 mila euro per l’anno 2020.

L’articolo di legge, voluto da parte della maggioranza e della minoranza, pone i percettori del Reddito di Cittadinanza nelle condizioni di potere lavorare, anche se limitatamente, nel settore dell’agricoltura, consentendo così alle imprese che sono rimaste inattive durante il lockdown per il coronavirus di potere chiudere la propria annata agraria e a cui basterebbe proporre condizioni più favorevoli per attrarre più lavoratori.

Questa apertura della normativa mette in discussione lo spirito del reddito di cittadinanza. Comunque sia, gran parte delle forze politiche ma anche ampie fasce della società civile, auspicano una revisione della normativa giudicata abbastanza lacunosa sia nei criteri di erogazione che nella modalità di applicazione.

Insomma, non è prevista alcuna coercizione, ma si tratta di un semplice incentivo, categoriale, che ha comunque come scopo quello di muovere una parte di popolazione, i precettori di reddito di cittadinanza, temporaneamente, in attesa che la tempesta si plachi e tornino gli stranieri. Anche questa variante soft, in altre parole, prova a limitare (ed eventualmente disinnescare) una crescita salariale che avrebbe conseguenze strutturali sul settore.