Torna a salire il prezzo del grano duro nel 2022

Avevamo lasciato il 2021 il prezzo del grano duro segnato da una stabilità. La società del Sistema camerale italiano per la regolazione, lo sviluppo e la trasparenza del mercato e per la diffusione dei prezzi e dell’informazione economica, istituita dal Ministro delle politiche agricole e forestali nel 2006, ha evidenziato le prime rilevazioni del 2022 che sono tornate a mostrare dei rialzi nei listini del grano duro nazionale.

Gli scambi sono apparsi in crescita, sostenuti dalla domanda, e questo ha impresso dei rialzi ai prezzi.

Sullo sfondo, rimangono poi le incertezze legate alla disponibilità di prodotto per il secondo semestre della campagna, alla luce della forte contrazione della produzione nordamericana.

Dopo aver chiuso il 2021 attestandosi a dicembre su un valore medio di 530 €/t, il grano duro fino scambiato sulle principali piazze nazionali ha registrato un aumento medio di 5 €/t nella seconda settimana di gennaio.

I prezzi attuali registrano una crescita dell’80% circa rispetto ad un anno fa. Si mantiene invece nell’ordine del +90% la crescita su base annua del prezzo all’ingrosso della semola. Il primo semestre della campagna 2021/22 ha visto intanto dimezzarsi le importazioni italiane di grano duro extracomunitario, calate del 46,7% rispetto allo stesso semestre della campagna 2020/21 (da 1,2 milioni di tonnellate a poco più di 650mila tonnellate)

Dopo una chiusura d’anno segnata dalla stabilità, le prime rilevazioni del 2022 sono tornate a mostrare dei rialzi nei listini del grano duro nazionale. I prezzi attuali registrano una crescita dell’80% circa rispetto ad un anno fa. Le settimane a cavallo tra la chiusura del 2021 e l’avvio del 2022 hanno mostrato una sostanziale stabilità dei prezzi dei grani teneri nazionali. Dopo i rialzi registrati nei mesi precedenti, a partire da metà dicembre anche i prezzi dell’orzo nazionale ad uso zootecnico hanno assunto un andamento maggiormente stabile. E poche variazioni si sono osservate anche nei listini del mais nazionale.