Piano d’azione nazionale per il biologico, Lillo Di Loro (Italia Bio): uno strumento di grande importanza per il rilancio dei consumi e la conversione agroecologica

In Conferenza Stato-Regioni lo scorso 6 dicembre è stato dato il via libera al decreto con cui viene adottato il nuovo Piano d’azione nazionale 2024-2026 per la produzione biologica e i prodotti bio.

Il disco verde definitivo alla proposta ministeriale predisposta dal sottosegretario Luigi D’Eramo è arrivato alla fine di un confronto durato alcuni mesi che ha coinvolto stakeholder, società civile e rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome. “Italia Bio è soddisfatta del traguardo raggiunto perché il Piano si configura come lo strumento tanto atteso che contribuirà allo sviluppo e al rilancio di un settore che è strategico per l’Italia e che supporterà il sistema agroalimentare nella conversione ecologica”, dichiara il presidente Lillo Alaimo Di Loro. “Manifestiamo, inoltre, apprezzamento per l’azione portata avanti dallo staff ministeriale – prosegue Alaimo Di Loro – che per la scrittura del documento ha scelto una modalità ‘aperta’ valorizzando la collaborazione dei diversi attori coinvolti”.

L’approvazione del Piano d’azione assume un’importanza fondamentale in un momento in cui i consumi dei prodotti biologici languono (-6% a livello nazionale nel 2022). “Il documento è, infatti, – osserva Alaimo Di Loro – uno strumento prezioso che ha tra i propri obiettivi attività di promozione e comunicazione tese a incrementare i consumi di alimenti biologici ma anche il sostegno ai biodistretti, strumenti che rappresentano una forma di governo del territorio concretamente alternativa ai modelli economici dominanti che mette al centro i bisogni dell’uomo e il valore dell’agricoltore custode degli ecosistemi”.

Spingere e sostenere l’agricoltura biologica è poi la strategia più efficace per migliorare la salute dei consumatori, ridurre i costi sociali legati al dilagare delle malattie cronico degenerative causate dalla cattiva alimentazione e ridurre i costi ambientali propri delle filiere lunghe convenzionali.

Italia Bio plaude al varo del nuovo strumento da parte del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare per il biologico italiano perché, tra le tante apprezzabili iniziative che vanno dal marchio Made in Italy bio, che valorizza l’origine della materia prima e il ruolo degli agricoltori italiani, alle iniziative per il giusto prezzo, allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, prevede anche il sostegno alle mense biologiche sia pubbliche che in convenzione. “Se venissero attivate le mense bio per tutta la popolazione scolastica nazionale con età compresa tra 3 e 14 anni e venissero fornite con prodotti biologici di prossimità – sostiene il presidente di Italia Bio – si realizzerebbe facilmente un ottimo sbocco per le produzioni biologiche e verrebbero attivati virtuosi circuiti economici territoriali locali per un valore economico stimato tra 6 e 7 miliardi di euro”. Ancora meglio se le mense – soprattutto quelle scolastiche – venissero gestite direttamente dai comuni che potrebbero approvvigionarsi dalla rete territoriale delle oltre 80 mila aziende biologiche operanti in Italia.