BIOVITA – Biodiversità e agroalimentare: strumenti per descrivere la realtà italiana

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Con il coordinamento del Dott. Giuseppe Maiani, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, C.R.A., diretto dal Prof. Giuseppe Alonzo dell’Università degli Studi di Palermo, ha concluso con successo una ricerca f inalizzata allo studio della biodiversità agricola.
La ricerca è stata finanziata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali con il D.M. 3684/7303/08 del 13/06/2008.
Il Dott. Giuseppe Maiani, ci parla con enfasi del progetto:
“L’Italia per la sua collocazione geografica, per le condizioni agro-pedo-climatiche, per la diversità delle piante sia coltivate che selvatiche e per la ricchezza delle specie rare, rappresenta uno dei centri di origine e di diversif icazione più interessanti per la produzione agro-alimentare. E’ inf atti  il paese europeo che presenta la maggiore biodiversità, per numero di specie e di sistemi ecologici.
Il mantenimento della biodiversità agricola è legato non solo al numero delle specie esistenti, ma anche alla diversità genetica all’interno di esse. Nel corso degli anni si è assistito al progressivo af f ermarsi di quelle specie e varietà vegetali ed animali che, per le loro caratteristiche di elevata produttività e resistenza, rispondevano alle necessità imposte da una moderna agricoltura/allevamento: si è così determinata la progressiva scomparsa, o il f orte ridimensionamento, di genotipi ritenuti non interessanti dal punto di vista della produzione.

Cosa vi ha spinto a promuovere la vostra indagine?

“I dati diffusi dalla Commissione Europea nel 2007 mostrano come a causa della perdita di habitat, dell’inquinamento e dello sf ruttamento agricolo intensivo, i 2/3 degli agroecosistemi europei corrono il rischio di essere causa delle varietà e specie introdotte che hanno sostituito quelle tradizionali, il 75% della diversità genetica delle coltivazioni agricole a livello mondiale è scomparsa.  Circa 10.000 specie di piante sono state usate in passato per la coltivazione agricola e utilizzate per l’alimentazione umana ma non più di 120 specie coltivate f orniscono oggi più del 90% degli alimenti destinati all’alimentazione umana. La diminuzione della biodiversità agricola in Europa può indurre una potenziale perdita  diversità nutrizionale e, forse, di qualità nutrizionale della dieta. Recentemente nella valutazione della qualità degli alimenti e della sicurezza alimentare vengono presi in considerazione aspetti non convenzionali, quali cambiamenti neiprocessi di produzione, di trasf ormazione industriale, di distribuzione e il rispetto dell’ambiente e della biodiversità, intesa come numero delle specie animali e vegetali nella biosf era, ovvero come diversità genetica.
Inoltre, la sensibilità dei consumatori rispetto alle caratteristiche qualitative degli alimenti è f ortemente cresciuta, come pure il legame verso alimenti legati alle radici culturali tipiche della tradizione italiana, evidenziando così l’importante legame tra biodiversità e nutrizione. Diverse iniziative internazionali riguardano la biodiversità alimentare e nutrizionale con lo scopo di promuovere l’uso sostenibile della biodiversità in programmi che contribuiscono alla nutrizione umana e alla sicurezza alimentare. Nasce quindi l’esigenza dello studio del rapporto tra biodiversità e stato di salute nell’uomo, per enf atizzare il ruolo importante che svolge la biodiversità per la nutrizione e la nutrizione per la biodiversità al f ine di permettere il recupero sia da parte dei produttori che dei consumatori delle produzione autoctone e tradizionali del sistema agro-alimentare italiano. Attraverso il coordinamento di iniziative interregionali e nazionali si cerca di recuperare l’interesse dei produttori e dei consumatori verso produzioni e prodotti tradizionali dell’agro-alimentare italiano che oggi rischiano di scomparire sostituiti da prodotti di recente costituzione e di minor pregio, aventi un valore qualitativo spesso inf eriore rispetto a quello della varietà/specie di origine. A tal f ine il progetto strategico“Biodiversità e agroalimentare: strumenti per descrivere la realtà italiana, BIOVITA”, f inanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali , ha come obiettivo generale quello di verif icare se i prodotti sia di origine vegetale che animale, ottenuti con dif f erenti metodi di produzione, possano avere caratteristiche intrinseche, sino ad ora non considerate, che li rendano comunque distinguibili e diversi da analoghi comuni.”

Attraverso quali steps avete svolto la vostra attività di ricerca?

“Il lavoro, organizzato in azioni verticali e orizzontali interconnesse tra loro, è stato indirizzato allo studio di “prodotti a denominazione di origine protetta e prodotti tipici tradizionali” provenienti dalle filiere ortof rutticola, lattiero-casearia, olivo-oleica e ittica. Le azioni verticali hanno preso in esame i f attori pre e post raccolta, le pratiche agricole realizzate e le modalità di conduzione dell’allevamento, mentre compito delle azioni orizzontali è stato quello di indagare le valenze salutistiche di prodotti tipici, la relazione tra caratteristiche sensoriali e qualità percepita dai consumatori e l’inf luenza degli stili di vita sulle pref erenze dei consumatori.
I risultati ottenuti riportati nella pubblicazione riportata nel vostro Focus, forniscono una “fotografia” della qualità nutrizionale e degli aspetti salutistici dei prodotti studiati e contribuiscono a dare ai consumatori una maggiore consapevolezza sulla qualità, intesa come valore aggiunto dei prodotti ottenuti con dif f erenti sistemi di produzione agricola e di allevamento; sostengono e valorizzano i prodotti tipici come quelli oggetto della ricerca che sono non delocalizzabili e l’economia locale e territoriale, atto che va nel senso della protezione dell’occupazione e del reddito in diverse aree dell’Italia; possono essere utili per favorire il posizionamento dei prodotti sul mercato nazionale ed internazionale; consentono un proficuo aggiornamento della Banca dati e delle tabelle di composizione degli alimenti (ex INRAN). Infine, l’insieme di questi risultati permette di delineare ulteriori azioni di intervento per la valorizzazione e il mantenimento della biodiversità dei prodotti agro-alimentari italiani.
Sono davvero grato ai coordinatori delle unità operative esterne, ai responsabili scientif ici e a tutti i partecipanti per l’ottimo lavoro svolto e mi auguro che questo lavoro possa costituire il punto di partenza per lo sviluppo di nuove idee progettuali.
In qualità di coordinatore generale un sentito e doveroso ringraziamento va al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che con il supporto economico delle attività di ricerca, ha saputo mostrare nuovamente grande considerazione e f iducia nei conf ronti dell’Centro di Ricerca per gli Alimenti e la
Nutrizione (CRA NUT).
Auspico pertanto che i risultati del progetto “Biovita” possano servire a rilanciare una f orte collaborazione tra il mondo della ricerca scientif ica e quello della produzione per un migliore posizionamento sul mercato dei prodotti agro-alimentari italiani non solo per il consumo interno ma anche per la loro dif f usione sulmercato estero”.

Giuseppe Morello

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