Recovery Fund, la ministra Bellanova: “Il rilancio deve avere un cuore agricolo”

Il Recovery Fund resta il nodo del contendere. Sull’argomento il dibattito resta aperto, con il rischio di una crisi all’interno del Governo. Naturalmente questa discussione non meraviglia nessuno, a parte le tifoserie politiche, pronte sempre a patteggiare qualche sedia in più.

Sul tema agricolo è molto attiva la ministra Teresa Bellanova, che è intervenuta più volte, anche sulla propria pagina facebook, dove scrive: “In questi giorni abbiamo chiesto al Governo di cui facciamo parte di avere un testo completo. Così da capire progetti, cifre, obiettivi. Per dire al Paese con certezza: ogni euro ne produrrà almeno due, le risorse investire potranno garantire occupazione, nuovi lavori, formazione qualificata, infrastrutture. Serve per indicare con chiarezza dove e come investire, quale facoltà scegliere, come ripensarsi. Non c’è spazio per i progetti che non hanno alcun senso, che giacciono nei cassetti dei ministeri da anni. Il Recovery serve al futuro, non a svuotare i cassetti di cose inutili. Il rilancio deve avere un cuore agricolo”.

Ed inoltre aggiunge: “Abbiamo costruito una strategia per il settore e la filiera agroalimentare fatta di progetti di qualità, di quello che serve per costruire la nuova agricoltura. L’abbiamo consegnata a Conte, l’abbiamo illustrata al Parlamento, i nostri Uffici hanno continuato a lavorarci senza sosta. Nelle bozze che mi arrivano, imparziali e incomplete, questo settore non ha la centralità che merita, e le risorse continuano ad essere residuali. Dico di più, e lo considero uno scandalo. Di bozza in bozza diminuiscono in modo rozzo e incomprensibile, mentre tutti in questo Paese continuano a parole ad affermare la necessità di investire sul green e sulla sicurezza alimentare. Così mentre dichiariamo quotidianamente di volere un futuro più verde per i nostri figli, di voler tutelare il nostro Made in Italy, alla prova dei fatti lo dimentichiamo. Per questo chiedo al Presidente di Consiglio testi definitivi per poter valutare carte alla mano. Quindi la partita è apertissima, e sembra legittimo che ogni Ministro chieda qualche poco di milioni in più per il proprio dicastero. Ma bisogna anche far capire che l’Italia ha una trazione verde e che pertanto, deve giocare un ruolo da protagonista per il futuro”.