Tecnica

Agricoltori protagonisti della transizione attraverso lo stoccaggio nei suoli della biochar

“Lo stoccaggio della CO2 è uno degli obiettivi che ci vengono posti per mitigare gli effetti del surriscaldamento globale, limitandolo a 1,5 gradi. Ciò può avvenire piantando più alberi, ma l’Italia ha evidenti limiti geografici, oppure attraverso una corretta gestione forestale. Sebbene gli agricoltori siano responsabili di appena il 7 per cento delle emissioni di gas serra nel nostro Paese, di cui parte riassorbita dalle attività agricole stesse, ritengo che possano svolgere un ruolo cruciale nella cattura di CO2 nei suoli, sotto forma di carbone vegetale o biochar ottenuto tramite pirolizzazione della biomassa. Una visione che trova d’accordo anche il Governo che si impegnerà a valutare finanziamenti per il comparto agricolo in tal senso, nel rispetto delle finanze pubbliche”. Lo dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura, che ha depositato un ordine del giorno al Decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), accolto dal Governo.

“L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha elaborato una modalità di calcolo per il sequestro di carbonio – aggiunge Gallinella – che conferma come stoccare una tonnellata di biochar equivalga a tre tonnellate di CO2 circa. Il carbone vegetale, inoltre, dal 2015 è inserito nella lista degli ammendanti dal Ministero delle Politiche agricole. Gli agricoltori, dunque, possono raggiungere il duplice risultato di migliorare i suoli o addirittura recuperare quelli più degradati e di contribuire allo stoccaggio della CO2”.

“Ritengo, però, che questo impegno nel comparto primario nel porre rimedio ai danni ambientali causati da altri settori debba essere incentivato attraverso risorse dedicate e finalizzate allo sviluppare pratiche e tecnologie, oggi già disponibili. Lo step successivo sarà quello di certificare questi crediti per renderli vendibili sul mercato” conclude.