Olio

Calo di produzione dell’olio, Fedagri Sicilia chiede lo stato di calamità

Olive-raccolte-a-manoLa Fedagri Sicilia, Federazioni delle cooperative siciliane, ha chiesto lo stato di calamità per il settore oleario della Sicilia in un incontro con l’assessore regionale all’agricoltura Nino Caleca. Un atto indispensabile, secondo i rappresentanti delle aziende produttrici, a causa della riduzione del raccolto di olive che ha toccato punte del 45% in alcune regioni di Italia mentre in Sicilia le stime parlano di un calo medio del 30% e un aumento del prezzo del prodotto che mette a rischio il fatturato futuro dei produttori.A darne notizie è Antonio Giordano nel quotidiano economico-finanziario Milano Finanza.

“Se lo scorso anno – si legge nell’articolo – un litro d’olio veniva venduto a circa quattro euro al litro adesso il prezzo oscilla tra i sei e i sette euro”. Ma il rischio, spiegano alcuni produttori interpellati da Mfè che ci possano essere frodi ai consumatori perché “per cercare di calmierare il prezzo del prodotto finito, infatti, si potrebbe ricorrere a olive che vengono da Grecia o Spagna”. Tutto dentro le regole, sottolinea il quotidiano, “perchè le norme europee che sottostanno al settore permettono di descrivere come prodotto nazionale l’olio che presenta quote di olive che provengono anche da altri paesi comunitari a patto di scriverlo nell’etichetta. Spesso a caratteri molto piccoli. Per questo, inoltre, le associazioni di categoria hanno invitato fin da ora i consumatori a leggere con molta attenzione le etichette dei prodotti acquistati”.

Altra anomalia riscontrata in questa campagna è stata “la vendita all’albero delle olive sicilane acqusitate da aziende del Centro Nord per mantenere le proprie quote produttive”. Le cause che hanno portato alla riduzione della produzione sono molteplici: da fattori climatici alla cosiddetta “mosca dell’oliva” che ha colpito da Nord a Sud. E la Toscana ha già chiesto lo stato di calamità. Adesso tocca ai produttori siciliani, ma l’iter previsto è lungo: deve chiederlo la Regione al governo nazionale, ma prima occorrono le relazioni degli ispettori agrari che dovranno quantificare i danni per il comparto. “Nel frattempo – spiega MF – i produttori chiedono anche altre misure a sostegno come la sospensione delle rate dei mutui, ad esempio, o alcune agevolazioni fiscali per le imprese”.

Le stime nazionali parlano di una riduzione del raccolto di circa il 35% in media passando da 465 mila tonnellate del 2013 alle circa 300 mila che dovrebbero essere raccolte nel 2014. La Sicilia è il terzo produttore di olive a livello nazionale dopo la Puglia e la Calabria. La provincia di Agrigento è quella con il numero di ettari più elevati coltivati ad olivo. Nei giorni scorsi anche la Cia Sicilia era intervenuta sul cattivo andamento della campagna invitando i propri associati a segnalare le difficoltà nella raccolta.