Economia e Lavoro

Agriturismo, crescita limitata negli ultimi 5 anni

Per il 2014, gli operatori agrituristici siciliani autorizzati, ai sensi della legge regionale n. 25 del 9.6.2004 e successive proroghe e modificazioni, sono 588, analogo al dato del 2013.

L’ultimo quinquennio ha registrato una crescita molto limitata, nonostante le autorizzazione concesse, molte aziende, trascorso il vincolo quinquennale, hanno abbandonato l’attività agrituristica o transitato per quella del turismo rurale.

Il dato regionale che emerge degli operatori autorizzati risulta alquanto esiguo rispetto al numero di aziende agrituristiche delle altre regioni italiane: Toscana 4.091, Trentino Alto Adige 2.950, (anno 2012); la qualcosa lascia perplessi, considerato l’enorme potenzialità e vocazionalità agrituristica del territorio siciliano.

Il primo dato che emerge è che il 65,64% delle aziende agrituristiche (382) sono localizzate nella Sicilia orientale, mentre in quella occidentale sono presenti 206, (34,46%).

L’agriturismo è servito anche a riportare le donne in campagna con il risultato che è migliorata la qualità, il gusto e l’accoglienza, fenomeno che ha interessato non solo le aziende isolane, ma anche le altre del resto d’Italia.
La quota rosa in Sicilia gestisce il 31,13% delle aziende (183 aziende). In Italia, secondo i dati Istat, si rivela un notevole aumento delle strutture rurali gestite da donne, cresciute del 6,2% in un anno, la maggiore concentrazione di aziende con quota rosa è l’ Umbria, con il 46,3% di strutture a seguire la Toscana con il 41%.

L’alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività agrituristiche. Per il 2014 il numero di posti letto aziendale è di 9.899 di cui 3.533 (35,69%) nella Sicilia occidentale e 6.366 (64,31%) in quella orientale.

Il numero di aziende complessivo con posti letto è di 532; nella sola provincia di Siracusa il numero di aziende sono 106, seguita da quella di Messina con 93.
Il numero maggiore di posti letto si riscontra nella provincia di Siracusa con 1.992 seguito da Palermo 1905, Messina, 1546.
Il numero totale di coperti nella ristorazione è di 21.460 di cui 9.106 (42,43%) nella Sicilia occidentale e 12354 (57,57%) in quella orientale.
Su tutte svetta la provincia di Palermo con 5542 posti di ristorazione, Siracusa con 3456 posti, seguite da, Ragusa 2585 e Messina 2961. Le aziende con solo ristorazione sono 318.

Le aziende con piazzole di agricampeggio e con bungalow hanno raggiunto il numero di 114, con 4.018 posti letto.

Le aziende agrituristiche sono concentrate nei territori a forte richiamo turistico. Nella province di Siracusa, il comune di Noto, con 53 aziende agrituristiche ha il primato su tutte le concorrenti siciliane, seguono Ragusa con 25 aziende, Siracusa 16, Modica (Rg) 15 e Monreale (PA) 10.

L’altro maggiore raggruppamento di aziende si trova sui Nebrodi, sulle pendici dell’Etna, sulle Madonie e nei comuni a ridosso della città di Palermo. Nota curiosa è il dato che riguarda la provincia di Trapani: delle 43 aziende agrituristiche solo 6 si trovano nell’area interna, mentre le rimanenti sono a poche chilometri dal mare.

Chi vuole coniugare mare e campagna anche nelle isole minori siciliane troviamo aziende agrituristiche, così distribuite: Favignana 2, Pantelleria 1, Lipari 4, Ustica 2, Lampedusa 1.
Il giro d’affari annuo complessivo per tutte le aziende agrituristiche italiane supera il miliardo di euro, con un fatturato medio delle aziende che appare in leggera ma progressiva diminuzione visto l’aumento del numero delle unità, arrivando ad attestarsi poco al di sotto dei 60 mila euro. Nell’ambito delle attività agricole multifunzionali, l’Agriturismo, per il 2014 si conferma il settore più dinamico del settore primario.

Il dato italiano delle aziende agrituristiche, autorizzate all’esercizio dell’attività agrituristica, tra cessazioni e nuove autorizzazioni, si conferma superiore alle 20 mila unità, con un trend d’aumento pari a circa al 3% annuo. La crescita del numero di nuovi esercizi è accompagnata da una maggiore diversificazione dei servizi offerti.

Persiste, infatti, l’offerta di pacchetti turistici integrati con servizi differenziati, diretti a meglio qualificare l’attività agrituristica rispetto al territorio in cui viene esercitata.

Per il 2013 il “Barometro dei prezzi per l’agriturismo” ricerca annuale di Toprural, il principale motore di ricerca europeo per agriturismi condotta su oltre 1100 strutture, evidenzia l’aumento dei prezzi medi dei soggiorni in agriturismo del 3% in più che nel 2012, raggiungendo il 38,5 euro a notte per persona in alta stagione.
Una vacanza in agriturismo è più cara nelle regioni del Centro Italia, con una spesa media di 39,8 euro e nel Mezzogiorno, dove la media scende a 38,7 euro, mentre al Nord una notte in agriturismo in alta stagione costa di media 35,3 euro a persona. La combinazione più cara tra tipologia di struttura rurale e zona geografica è l’affitto di una stanza in agriturismo in Centro Italia (40,5 euro), mentre si spende di meno optando per un appartamento completo al Nord (32,2 euro). Sull’aumento registrato — si legge in una nota – può aver influito la recente introduzione dell’imposta IMU sui fabbricati rurali nell’ambito della manovra economica “Salva Italia” del governo uscente, imposta che ha supposto un onere aggiuntivo per azienda agricola di circa 1.600 euro. Le equivalenti ricerche condotte da Toprural in Spagna, Francia e Portogallo evidenziano come in Italia l’agriturismo sia in media il 31% più caro che in Spagna e Francia, dove per una notte in agriturismo si spendono 26,7 euro a persona, ed il 15% più caro che in Portogallo dove la spesa ammonta a 32,7 euro.

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