Polizze agricole agevolate: ecco come fare
Il PAI, acronimo di Piano assicurativo individuale, è un documento necessario per ricevere il contributo pubblico sulle polizze assicurative in agricoltura. E’ presentato dall’agricoltore e deve precedere la stipula della polizza stessa.
Il PAI è riferito a uno specifico prodotto (non alla varietà) nell’ambito di un unico comune e riporta gli elementi minimi per la stipula della polizza assicurativa, ovvero:
– la superficie da assicurare;
– la quantità massima assicurabile per il calcolo del contributo pubblico.
Obblighi dell’agricoltore:
1. L’agricoltore deve aggiornare preliminarmente il proprio fascicolo aziendale presso il Caa o l’organismo pagatore competente.
2. Deve predisporre il Piano di coltivazione indicando le colture produttive e non produttive, quelle biologiche, quelle con o senza protezione brina o grandine.
3. Le attività 1 e 2 sono preliminari per vari procedimenti connessi al SIAN (es. Domanda PAC, domanda UMA, ecc..) E sono condizione necessaria per scaricare dal SIAN-SGR il PAI da allegare alla polizza assicurativa.
Chi non ha dimestichezza con il “Web” è consigliabile recarsi al proprio Caa di appartenenza farsi compilare la specifica documentazione la quale è indispensabile per la stipula della propria polizza assicurativa
Nella fase di compilazione, l’agricoltore deve specificare: le varietà da assicurare e il relativo prezzo, come da DM. MIPAAF, il tasso, il premio assicurativo e il valore assicurato, le date di inizio e fine copertura della polizza; quest’ultime devono rientrare nel periodo di conduzione dei terreni (anche in affitto) indicato dal fascicolo aziendale. Il pacchetto di avversità deve essere uno di quelli previsti dal Piano assicurativo individuale (PAAN) 2016.
Contratti di assi¬curazione del 2015
Per quanto attiene ai contributi relativi ai contratti di assi¬curazione del 2015, stipulati in deroga in assenza del Pai, a oggi gli agricoltori non hanno percepito nessuno indennizzo. Fabiano Mazzotti, Presidente Gruppo Trasversale Agricoltori, ritiene che “Agea, per erogare questi contributi, si è «inventata» l’emissione automatica dei Pai, che ha poi «girato» ai Centri di assistenza agricola (Caa) presso i quali gli agricoltori hanno presentato le re¬lative domande di contributo. Chiaramente l’emissione posticipata di questi Pai, dopo un anno e mezzo che le polizze sono state stipulate, ha creato in molti casi degli scostamenti rispetto ai quantitativi assicurati, poi¬ché nessuno era stato messo al corren¬te che si sarebbe potuta creare questa paradossale situazione.
Partendo dal fatto che il Pai è un’in¬venzione tutta italiana e che l’Unione europea non ci ha mai chiesto un mec¬canismo così «farraginoso» e assurdo per certificare le rese aziendali, quale altro settore accetta che le regole del gioco vengano cambiate in corsa o ad¬ dirittura dopo più di un anno che si è giocata la partita?
La tanto «sbandierata» applicazione della nuova Pac, riguardante i finan¬ziamenti per le coperture contro le av¬versità atmosferiche, a dire di qualcu¬no dovrebbe consentire l’allargamento della platea assicurativa e anche alle coperture dai rischi dovuti alle crisi di mercato e all’instabilità dei prezzi”.
Per la nuova stagione valgono le indicazioni procedurali sopra riportati. Sperando che per il nuovo anno le procedure possano essere velocizzate.