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Allarme nel Mediterraneo per il granchio blu

Il Mediterraneo, oltre alle emergenze profughi, è in stato di allerta per la presenza del “portunus segnis”, meglio conosciuto come “granchio blu”, originario del Mar Rosso.

Si tratta di un vorace ‘immigrato’ marino che mette a rischio la molluschicoltura. Si caratterizza per un muso seghettato. Il suo corpo, più lungo che largo, ha una forma pressoché ellittica, con due spuntoni ai lati. La sua corazza è grande, fino a misurare venti centimetri di larghezza, per dieci di lunghezza. Le sue zampe, allungate, sono fatte per camminare e nuotare. Le prime due si tramutano in chele, ancor più grandi, fatte per aggredire e catturare le prede: qualsiasi tipo di preda, il suo palato non ha preferenze. Si nutre prevalentemente di bivalvi, anellidi, avannotti, piante e carogne. È il granchio reale, spesso conosciuto come ‘granchio blu’ per via di ciò che lo caratterizza in modo eccezionale: le estremità delle sue zampe si tingono di un colore blu intenso. Il resto del corpo presenta altre tinte: il ventre è bianco-azzurrino, mentre la parte superiore della corazza è verde oliva.
La sua presenza è stata anche accertata nell’alto Adriatico nei lidi ferraresi di Chioggia. E’ curioso che, da ricerca del National Institute of Standards and Technology e del College di Charleston, si evince che il granchio reale rischia l’estinzione dalle coste americane, a causa di un inquinamento delle acque che lo sottopone all’attacco di virus, batteri e sostanze chimiche.

I granchi blu, pare che siano “eurialini ed euritermi”, cioè tollerano i cambiamenti di salinità, adattandosi perfettamente ad ambienti salmastri, nonché ad ampie variazioni termiche. Inoltre, sono onnivori, cioè “predatori opportunisti”, come li definisce lo studioso, e questo potrebbe mettere a rischio la presenza delle vongole e delle cozze. Per il prof. Edoardo Turolla questi nuovi “immigrati marini” sono molto apprezzati dai palati locali, che non disdegnano neppure il granchio blu. Nonostante il colore alieno che lo differenzia dai tradizionali piatti che ritroviamo sulle nostre tavole, il Callinectes sapidus non solo risulta commestibile, ma ha pure una carne molto prelibata. “Bollito, con aceto e olio”. Sembra persino sia una manna per la salute: la “carne blu” risulterebbe infatti ricca di vitamina B12. Non resta allora che navigare sul web, per pescare ricette da leccarsi i baffi.

Il blue crab sta letteralmente invadendo le coste libiche e tunisine, si sta espandendo a macchia d’olio (sono stati pescati esemplari fino a 80 m. di profondità) arrecando ingenti danni alle reti dei pescatori e distruggendo le larve di altri crostacei e molluschi. In Tunisia è crollata la produzione di gamberoni.

In merito all’allarme granchio blu, interviene il Prof. Franco Andaloro, esperto dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo: “Il granchio blu -spiega Andaloro- è una specie aliena che in questo momento sta diventando invasiva nel Mediterraneo Centrale sconvolgendo gli equilibri ecologici e l’economia della pesca in Tunisia. Contemporaneamente, è stata già segnalata la sua presenza nei mari italiani. Un altro fenomeno estremamente importante riguarda una specie di crostaceo mediterraneo, un tempo raro, che oggi sta letteralmente colonizzando i fondali a gambero bianco dove operano le flotte italiane”.

“Questi fenomeni -continua il prof. Andaloro- sono probabilmente connessi anche al cambiamento climatico e allo stato di sofferenza del Mediterraneo e vanno studiati ed affrontati, con ricerche congiunte fra Italia e Tunisia, attraverso percorsi di mitigazione e adattamento fra i quali l’educazione e la sensibilizzazione nei confronti dei consumatori affinché queste specie diventino una risorsa alimentare cosicché la loro pesca ne contenga la diffusione. Interessanti ricerche in questi campi sono portate avanti dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli”.
Dell’argomento ne hanno discusso il Presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu Giovanni Tumbiolo, nel corso di una visita a Tunisi ospite dell’Utap (Union Tunisienne Agricolture e Pèche) e del Sottosegretario di Stato con delega al mare, Abdallah Rabhi.

Tumbiolo e Rabhi hanno incontrato insieme i vertici delle istituzioni governative (Utap, Gipp), scientifiche, rappresentanti dei pescatori e dell’industria ittica per trattare argomenti spinosi e complessi da cui dipendono molto gli equilibri ambientali, produttivi e relazionali nel Mediterraneo occidentale.

E’ stata fissata il 5 dicembre la data dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo in cui saranno trattati con i massimi esperti le questioni relative alla regolamentazione del Mammellone, ai piani di gestione e alla salvaguardia dei banchi di pesca.