Agroalimentare e Zootecnia

Zootecnia: pilastro delle aree rurali

Era da tempo che non si sentivano proposte serie indirizzate verso il settore zootecnico, per tanto tempo trascurato e lasciato allo sbando. La volontà di dare forza a questo comparto agricolo arriva dalla Ministra Teresa Bellanova la quale è intervenuta agli “Stati Generali della zootecnia. Nuovi obiettivi per la produzione primaria di qualità”, nell’ambito delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.

“La zootecnia non si ferma, forte anche di quei tanti traguardi maturati negli anni che la confermano uno dei pilastri del Made in Italy. E non si ferma la filiera agroalimentare, quella che io chiamo la Filiera della Vita, che non si è mai fermata, nemmeno nei momenti più drammatici della pandemia vissuti nei mesi scorsi”. Ed inoltre, “Investire e valorizzare le filiere è per me un obiettivo chiave”, ha evidenziato la Ministra. “Per questo nella Legge di Bilancio Investiamo 150milioni, e individuiamo il rafforzamento delle filiere obiettivo prioritario nella nostra Strategia nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo facciamo convinti del legame con il territorio che le filiere mettono a valore. Quel viaggio dalla campagna al centro che noi vogliamo condividere e valorizzare. E d’altra parte, se non fosse così, non insisteremmo con tanta determinazione sulla centralità dell’etichettatura d’origine e sulla necessità di voltare decisamente pagina sulle etichettature nutrizionali fronte – pacco. Lo facciamo forti di una convinzione: dal campo e dal mare alla tavola noi lavoriamo per tenere sempre più insieme e intrecciati qualità, salute e sicurezza alimentare, sostenibilità ambientale, sociale, economica, diritto al cibo e cibo di qualità per tutti, cura del suolo e di beni innegoziabili come aria e acqua, tutela e ricucitura del paesaggio, recupero e riqualificazione delle aree interne”. E ancora: “Sostenibilità è e sarà, anche nel settore zootecnico, sempre più parola chiave. E’ necessario definire un quadro di regole comuni, perché i nuovi impegni non si traducano in un aumento degli oneri a carico degli allevatori ma in opportunità di crescita per il settore, soprattutto attraverso la maggiore valorizzazione delle produzioni. Dobbiamo guardare alle indicazioni che ci vengono dalle strategie “Farm to Fork” e Biodiversità, e alle opportunità di crescita del mondo produttivo.  E dobbiamo rivendicare il ruolo determinante e strategico della nostra agricoltura per affrontare emergenze cruciali, una per tutte quella climatica”.

“La vera sfida è come riusciremo a raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano strategico, che nel settore zootecnico, più di ogni altro settore, devono coniugare sostenibilità economica, ambientale e sociale”, ha evidenziato Bellanova. ” Farm to Fork ci dice che dobbiamo ridurre le emissioni e gli antibiotici del 50%. Questo risultato può essere raggiunto solo migliorando l’organizzazione dei servizi di assistenza tecnica ed integrando le informazioni disponibili nelle banche dati sanitarie e zootecniche. E’ con questo obiettivo che stiamo lavorando ad uno standard unico sul benessere animale, in linea con il dibattito in corso a livello Ue, fortemente voluto dalla Presidenza tedesca, che vuole impegnare la Commissione nella redazione di una proposta di regolamento per istituire un sistema di etichettatura unitario a livello Ue sul benessere degli animali. Siamo impegnati per anticipare questa tendenza, perché il tema del benessere animale, al pari del concetto di sostenibilità del mondo vegetale, condizionerà sempre più le scelte dei consumatori, alla ricerca di alimenti di qualità, ma anche prodotti nel rispetto di regole certe e trasparenti”. “La pandemia ci ha dimostrato la strategicità della filiera agroalimentare e il suo coincidere con l’interesse nazionale” ha detto la Ministra. “Ci ha dimostrato la necessità di un lavoro teso ad accorciare le filiere, senza ansie protezionistiche. Ma soprattutto ci ha confermato l’interdipendenza di tutti gli anelli e dei settori. E’ una lezione preziosa, da portare sul Tavolo che intendo convocare a breve per avviare la costruzione del Piano Strategico in vista della Pac post 2020, come su quello con l’intera filiera lattiero casearia. Ci aspetta un lavoro impegnativo, con obiettivi ambiziosi. Dobbiamo farlo insieme”, ha concluso Bellanova.

Anche il Dipartimento Agricoltura, nell’ambito della rimodulazione assetti organizzativi parla di rilancio della zootecnia e lo fa anche con l’istituzione di un servizio, cosa che da anni era stato incosapevolmente accantonato.

La riproposizione parte dal Direttore Dario Cartabellotta e dall’assessore Edy Bandiera che chiedono nella nuova riprogrammazione la presenza di un servizio per la zootecnica.
Nella nota evidenziano: “occorre rilanciare le attività zootecniche perché l’allevatore è l’unico agricoltore che vive 365 giorni l’anno in campagna: “ non c’è sviluppo rurale senza zootecnia”. La millenaria tradizione legata all’allevamento del bestiame offre un variegato panorama di prodotti ad elevata valenza tipica; fortemente connessi al territorio, alle razze autoctone ed alla cultura delle società rurali che vivono nei territori montani e collinari dell’entroterra siciliano. Il settore zootecnico siciliano è caratterizzato dalla coesistenza di varietà produttive sostanzialmente diverse. Particolare attenzione va posta agli allevamenti estensivi e transumanti delle zone montane e svantaggiate attraverso una serie di azioni: -Riordino della materia in tema di salvaguardia e tutela delle razze animali autoctone e relativa creazione e pubblicazione di un Repertorio regionale delle razze animali autoctone. -Sostegno alle aziende zootecniche per la perdita di produzione a seguito di attacchi di predatori e ungulati volto a compensare la perdita di produzione sia degli allevamenti che delle coltivazioni arboree o erbacee; -Valorizzazione delle aree marginali tramite investimenti nelle aziende zootecniche, finalizzati ad una corretta gestione del pascolo, all’utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio, nonché ad una precisa e regolare gestione dei problemi legati alla condizionalità, igiene e benessere degli allevamenti; -Promozione dei prodotti zootecnici tipici.

Prendiamo in prestito l’amato tormentone del mitico di Nino Manfredi: “Fusse che fusse la vorta bbona?!” e speriamo che tutto vada per il giusto verso.