Presentato a Montecatini Terme il nuovo libro di Mario Liberto: “Legumi: Gioielli d’Italia”

In un prossimo futuro dovremmo scegliere: mangiare insetti o legumi, alimenti indispensabili per sopperire al bisogno proteico dell’alimentazione umana”. Un’affermazione che lo scrittore e giornalista siciliano Mario Liberto (Presidente dell’Arga Sicilia) ha detto nel corso della sua presentazione del suo nuovo libro “Legumi: gioielli d’Italia” Agra Editrice Roma, svoltasi a Montecatini Terme nel corso della quarta edizione del festival “Food&Book 2016 – La cultura del cibo, il cibo nella cultura”. “Il libro ha l’obiettivo di recuperare la tradizione italiana dei legumi e il loro contesto rurale provvedendo a valorizzarne l’uso e non far morire la presenza di queste specie singolari, non a torto definiti gioielli, nell’ambito di una sofferente e riscoperta della biodiversità italiana. Legumi che nelle aree povere, così come in quelle ricche, grazie al loro alto valore nutritivo, li rendono perfetti per combattere la malnutrizione, come mancanza di cibo, ma anche per sostituire l’eccessivo cibo calorico ingerito responsabile dell’obesità”. La produzione di proteine animali in tutto il mondo, compreso quello in via di sviluppo, non è più sostenibile e la situazione potrebbe decisamente peggiorare in futuro. I dati parlano chiaro: se anche i paesi emergenti adotteranno gli stili di consumo “carnivoro” dell’Occidente, non ci saranno abbastanza terre emerse per poter allevare animali da reddito, e l’allevamento, come mostrato chiaramente nel documentario “Cowspiracy” è la prima reale causa di inquinamento mondiale”. “Secondo i dati della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la produzione di lenticchie o piselli richiede un consumo di 50 litri di acqua per chilo.

Al contrario, un chilo di carne di pollo ne richiede 4.325, uno di manzo 13.000. La ridotta impronta idrica rende la produzione di legumi una scelta intelligente nelle zone aride e nelle regioni soggette a siccità”. Per quanto riguarda l’importazione di legumi secchi l’Italia, nell’ultimo biennio, ha acquistato più di 300.000 tonnellate annue, per una spesa di circa 225 milioni di euro, con la conseguenza che la bilancia commerciale, nel 2014, ha superato i 220 milioni di euro, mentre nel 2015 il saldo si è leggermente ridotto a 207.593 euro, grazie alla riduzione dei valori medi unitari. In riconoscenza di questa preziosità, l’Onu ha decretato il 2016 anno internazionale dei legumi. Una scelta fatta per dare il giusto valore a questo alimento, sostenibile per l’ambiente e alla base di tutte le diete delle popolazioni più longeve del mondo. L’autore afferma inoltre che: “La facilità di conservazione dei legumi, le preziose sostanze nutritive in essi contenuti, hanno rappresentato da sempre un’ottima alternativa a quelle degli alimenti di origine animale, tanto da assumere l’appellativo di “carne dei poveri”.

La presenza proteica varia, naturalmente, con le specie e con le varietà, ma anche in base allo stato dei semi: fresco o essiccato. Rispetto alle proteine animali, quelle dei legumi hanno molti vantaggi: saziano di più, sono meno caloriche, con la loro fibra solubile vengono regolati i livelli di colesterolo e di glucosio nel sangue, con la loro fibra insolubile facilitano la funzione intestinale mantenendo sano l’intestino, creano meno prodotti di scarto durante il loro metabolismo, causando così minore affaticamento a livello renale. L’unica nota negativa che apportano i legumi sono le fastidiosi fermentazioni intestinali che possono facilmente essere eliminate attraverso: l’eliminazione dell’acqua dove sono stati tenuti i legumi in ammollo; a cottura ultimata frullare i legumi, senza eliminare le bucce; non mangiare contemporaneamente ai legumi formaggi, carni e frutta; cucinare insieme ai legumi erbe aromatiche, quali, rosmarino, timo, prezzemolo, ecc. Mangiare i legumi sempre con pane o pasta e naturalmente accostare un bel bicchiere di vino.