Il turismo religioso nelle aree rurali
Il mondo rurale conserva una notevole presenza di edifici religiosi costituiti da monasteri, conventi e santuari, alcuni di origine bizantina, altri (forse ancora più numerosi) sorti in epoca normanna. Per secoli, queste strutture sono state la residenza di monaci, frati, suore appartenenti a ordini regolari e rappresentano, dal Medioevo fino a qualche secolo addietro, il tessuto dell’ospitalità dei viandanti, prima ancora che nascessero le strutture alberghiere e i centri ricettivi di vario tipo. Questi edifici si confermano come luoghi di meditazione, di silenzio e di riposo, guide spirituali e religiose che aiutano la riflessione e il ritrovamento di sé, insieme ad un contatto con Dio.
Monasteri di un’infinita bellezza pieni di fascino e storia, i cui siti rispondevano a quelle logiche “d’utilitarismo monastico” che prevedeva il loro posizionamento in luoghi ameni, con la presenza di sorgenti d’acqua e lungo percorsi che congiungevano i centri abitati. Sono questi elementi che hanno caratterizzato e stimolato la diffusione dei monasteri. Molti di questi sono ancora in grado di mostrare il loro straordinario patrimonio religioso, artistico e culturale.
Ogni monastero, abbazia, convento ha una sua storia, anche se locale ed ha anche un forte legame con la storia d’Italia. Queste strutture costituiscono ancora delle opere artistiche singolari, frutto di lasciti di famiglie ricchissime, che hanno favorito, nel tempo, la gloria della struttura sacra e nel contempo hanno dato pace alla loro vita. Scaturisce, così, un itinerario dalla forte e radicata fede cristiana, che nei secoli è davvero entrata nel profondo del cuore e dell’anima degli italiani, al punto da potere far scaturire degli itinerari turistico-religiosi.
L’architetto Giuseppe Adamo è uno degli animatori dell’eremo della Quisquina.