Biologico, le aziende puntano all’efficienza con la formazione
Agricoltura biologica, rigenerativa o biodinamica non sono più pratiche di nicchia, ma un vero e proprio segmento di mercato verso cui le imprese agricole siciliane per vocazione, passione o necessità, sempre più si proiettano, mettendo in campo competenze nuove, tecniche di produzione aggiornate e processi innovativi.
Guardando a questi obiettivi, la società di formazione ATF Studio ha messo a punto il progetto “Gea – Generare Efficienza in Azienda”, finanziato dal Fondo specifico per l’agricoltura For.Agri, (Avviso 1/2016) il fondo paritetico di Confagricoltura, Cia, Coldiretti e Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, coinvolgendo 13 imprese agricole siciliane, concentrate tra Enna e Caltanissetta, territori da sempre vocati all’agricoltura, con un‘attenzione particolare alle produzioni biologiche. I numeri del resto indicano una direzione già tracciata: la Sicilia è prima tra le regioni d’Italia per territorio coltivato in biologico, il 26%, con il 5% di aziende agricole dedicate (pari a circa 12 mila aziende), oltre a una straordinaria biodiversità: oltre 70 vitigni autoctoni, 45 varietà di grani, 49 presidi slow food e una curiosità: un elevato numero di aziende guidate da donne.
“Puntare al biologico è per noi una necessità, il nostro territorio si sta desertificando – ha commentato l’imprenditrice Silvia Turco – il progetto GEA è stato illuminante. La donna è il punto cardine dell’agricoltura, madre della terra”.
Dall’analisi dei fabbisogni di queste aziende è emersa una domanda di formazione specialistica in grado di supportare le attività produttive e di ridurre i problemi tecnico-agronomici legati alla produzione col metodo biologico; perfezionare e ampliare il know how nell’applicazione di nuove tecniche nel processo di produzione biologico; ampliare le conoscenze e potenziare le competenze nella conduzione di tecniche innovative di produzione con il metodo dell’agricoltura biodinamica, per aumentarne ancor di più le rese di produzione; approfondire le tematiche relative alle innovative tecniche di agricoltura biologica e alle nuove tecniche di produzione da agricoltura organica e rigenerativa.
Sono stati formati oltre 90 dipendenti delle aziende: cooperativa Rinascita, che produce il cosiddetto pomodoro siccagno e ha impegnato i propri dipendenti sull’aggiornamento delle tecniche di trasformazione del prodotto; la Fattoria di Gésu e il caseificio Luca Cammarata, impegnati nel percorso formativo sull’agricoltura Biodinamica, e le aziende Gea Turco, Silvia Turco, Delizia Amaraddio, Antonino Barberi, La Placa, Chiara Alessandra interessati al corso sull’agricoltura biologica Rigenerativa.
Il convegno conclusivo “La Crescita del Biologico tra Sostenibilità e Innovazione”, che si è svolto questa mattina ad Enna, ha rappresentato un focus su questi temi, su cui hanno relazionato Alfio Furnari, presidente AIAB Sicilia Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, Francesco Ancona, Agronomo, O.P. Agrinova Bio 2000, Arturo Genduso e Francesco Di Lorenzo, agronomi, esperti in agricoltura Biodinamica.
Sono intervenuti anche Stefano Bianchi, presidente CdA Fondo Interprofessionale FOR.AGRI “Questa è la formazione che funziona e che ci piace – ha commentato il presidente CdA – oggi l’agricoltura torna a crescere così come i consumi. Il tema principale è il cambiamento e l’agricoltura rigenerativa e biodinamica diventano l’asset principale del loro sviluppo e capacità di stare sul mercato. Per For.Agri questo è un grande successo, abbiamo bisogno di proposte di questo genere”. “Quando incontriamo queste esperienze siamo particolarmente soddisfatti – ha concluso il direttore For.Agri Roberto Bianchi – questo segmento ci interessa molto e siamo a disposizione delle aziende per crescere con loro in competenze e now how”.
Ad illustrare i dati conclusivi del progetto, è stata la responsabile ATF Studio Caterina Farsaci.
“Il Piano è rappresentativo di uno dei comparti più diffusi e conosciuti al mondo con le aziende beneficiarie che operano nel territorio siciliano nell’ambito della “filiera agroalimentare” – ha sottolineato Caterina Farsaci – con prodotti competitivi e garantiti in termini di sicurezza, gusto e qualità, che rispondono alle esigenze del mercato in continua evoluzione, sperimentando con successo, nel rispetto della tradizione, le tecnologie più avanzate”.
L’agricoltura Biodinamica si basa su un metodo di coltivazione legato a due principi: il compostaggio e le fasi della Luna, e si pone l’obiettivo di mantenere la terra fertile, ma anche le piante in salute, facendo aumentare la qualità dei prodotti. Rispetto a quella tradizionale, questa pratica green esclude l’uso di concimi che non siano naturali, mentre l’agricoltura biologica Rigenerativa è una tecnica simile alla permacultura che combina le conoscenze antiche alle tecniche moderne per la nutrizione delle piante e la difesa delle colture, sostenute dall’arricchimento biologico e minerale del terreno con preparati naturali specifici.