Agricoltura, approvata la risoluzione per la marchiatura delle uova
All’unanimità è stata votata dalla Commissione Agricoltura della Camera la risoluzione unitaria riguardante: “Iniziative in materia di marchiatura delle uova”. Un passo avanti che consente di tutelare i consumatori italiani, infatti, le uova costituiscono gli alimenti più consumati al giorno. Utilizzati in mille modi riescono ad adattarsi ad ogni soluzione gastronomica.
La tutela della tracciabilità si è resa necessaria dopo l’immissione di prodotto nel mercato nazionale proveniente dalla Polonia, Romania e Spagna che “Hanno reso urgente un intervento in materia a tutela prima dei consumatori (che troveranno sulle confezioni l’indicazione del Paese d’origine) e successivamente dei produttori che non correranno più il rischio di subire concorrenza sleale da parte di paesi con minori standard qualitativi”. La risoluzione impegna inoltre il Governo: “Ad intervenire prima in sede ministeriale per eliminare la deroga concessa per la stampigliatura delle uova destinate all’uso industriale (la cosiddetta categoria B) e, nel contempo, disporne l’obbligo direttamente nell’azienda produttrice; successivamente si chiede di assumere le opportune iniziative presso l’Unione Europea al fine di introdurre lo stesso obbligo mantenendo però l’esonero per i casi di vendita in azienda oppure porta a porta direttamente dal produttore nella regione di produzione oppure di vendita nella regione di produzione nei mercati pubblici locali con allevamenti fino a 50 galline di uova”. Soddisfatto il deputato Flavio Gastaldi, presentatore della risoluzione del gruppo Lega confluita in quella unitaria.
Di seguito si riporta l’indicazione per una regolare etichettatura delle uova, tratte dal sito dei Carabinieri del Ministero dell’agricoltura.
Per uova, senza altra qualificazione a seguire, deve intendersi l’uovo di gallina.
L’uovo abbandonato a se stesso, oltre che andare incontro ad una alterazione naturale microbica, perde giornalmente 10-18 centigrammi d’acqua per evaporazione attraverso la porosità del guscio, con conseguente aumento della camera d’aria interna.
Infatti, uno dei classici metodi empirici per svelare la freschezza o meno dell’uovo è quello di immergerlo in una soluzione di acqua e sale; l’affondamento totale, lo stanziamento a mezza via ed il galleggiamento corrispondono rispettivamente all’uovo freschissimo, fresco ed invecchiato.
Conservazione
La conservazione delle uova consiste essenzialmente nei seguenti procedimenti:
• impermeabilizzazione del guscio (con silicato di potassio o vernici gommose per impedire l’evaporazione dell’acqua);
• refrigerazione (mezzo ideale che assicura l’inalterabilità per lungo tempo se effettuata a temperatura costante di +1/+2 oC e con adeguata ventilazione ed umidità).
Categoria delle uova
Le uova sono classificate nelle seguenti categorie “A” e “B” .
Quelle dalla categoria “A”, o uova fresche, non debbono subire nessun trattamento e non debbono essere lavate. Se vengono lavate devono essere marchiate come “uova lavate”. La loro classificazione è la seguente: XL – grandissime, minimo 73 grammi; L-grandi, minimo 63 grammi; M-medie, minimo 53 grammi; S-piccole, meno di 53 grammi.
Nella categoria “B”, invece, rientrano le uova che non rispondono ai requisiti previsti per la categoria “A”. Esse possono essere cedute soltanto ad imprese industriali del settore alimentare oppure all’industria non alimentare.
Etichettatura delle uova
Sugli imballi delle uova di categoria “A” deve essere riportata la dicitura relativa ad uno dei tre sistemi di allevamento (uova da allevamento aperto, uova da allevamento a terra, uova da allevamento in gabbie. Per le uova biologiche è prevista, invece, l’indicazione specifica), mentre le uova in essi contenute devono recare stampigliato sul guscio un codice che identifica il produttore ed il sistema di allevamento delle ovaiole. La timbratura delle uova può essere effettuata sia presso l’azienda di produzione sia presso il centro d’imballaggio che effettua la classificazione.
L’etichetta delle uova è una delle più complete fra tutti i prodotti alimentari, poiché oltre alle altre indicazioni riporta:
• la categoria di freschezza “extra” (o extra fresche) fino al settimo giorno dall’imballaggio o il nono dalla deposizione, categoria “A” (o “fresche”) fino al 21° giorno;
• le dimensioni (XL uova grandissime – L uova grandi – M uova medie- S uova piccole);
• la data di deposizione della gallina (facoltativa);
• la data dell’imballaggio (facoltativa);
• la data di scadenza (obbligatoria, non può essere posteriore al 28° giorno successivo alla data di deposizione per il consumatore, non può essere posteriore al periodo massimo di 21 giorni dalla data di deposizione per il venditore );
• il sistema di allevamento delle galline.
Inoltre sul guscio dell’uovo è presente un codice alfanumerico che fornisce, nell’ordine, le informazioni seguenti:
• Un numero N indicante il tipo di allevamento: 0=biologico, 1=all’aperto, 2=a terra, 3=gabbie;
• La lettera sigla della nazione, per l’Italia (IT);
• Il codice ISTAT del Comune di ubicazione dell’allevamento;
• La sigla della provincia dell’allevamento;
• Il codice dell’allevamento.
Fonti normative
• Reg. (CE) 17.11.2003 n.2052;
• Circ. 28.01.2004 n.20334 del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali;
• Reg. (CE) 19.06.2006 n.1028;
• Reg. (CE) 23.05.2007 n.557;
• D.M. 13.11.2007.