Crisi del latte, le proposte di Coldiretti Sicilia alla Regione
Incrementare la produzione di formaggi a denominazione d’origine protetta agevolando le aziende, con caseificio o senza, ad aderire ai Consorzi di Tutela. Incentivare, attraverso il Programma di sviluppo rurale (Psr), la trasformazione di allevamenti per la produzione di carne a produzione di latte. Rimodulare il Psr con l’attivazione della misura sul benessere animale (ovino e bovino). Emanare i bandi per i pagamenti compensativi innalzando il carico minimo di animali, raddoppiando quello attuale per ettaro.
Sono queste alcune delle proposte per soluzioni realizzabili nel breve periodo individuate da Coldiretti Sicilia e illustrate nell’articolato documento sulla zootecnia siciliana inviato al presidente della Regione, Nello Musumeci. Un territorio è rappresentato da formaggi che hanno una forte identità ma che dev’essere evidenziata – afferma l’organizzazione – e uno strumento essenziale è il benessere animale. A questo scopo è importante sottolineare – scrive ancora Coldiretti – che nelle programmazioni si ripristinino le misure relative alla garanzia della sanità degli allevamenti.
Inoltre appare ormai indispensabile procedere con un marchio di riconoscimento dell’agnello siciliano a Denominazione d’Origine Protetta .
Ma è la qualità del latte che può rappresentare la chiave di volta del comparto – aggiunge Coldiretti Sicilia -. Bisogna per questo promuovere, stimolare e incentivare le aziende di produzione primaria verso la produzione di qualità medio-alta e comunque idonea alla lavorazione a crudo potenziando le attività di consulenza. Alle soluzioni nel breve periodo si aggiunge poi un programma di attività per promuovere, nelle aziende che trasformano solo prodotti con latte pastorizzato, l’attivazione di linee di produzione con latte termizzato o preferibilmente crudo.
Importante poi la definizione di Disciplinare di produzione di latte ovino ad alta qualità, la valorizzazione del marchio QS sostenendo le aziende in questo complesso e difficile processo.
Su tutto però, per il presidente regionale, Francesco Ferreri, “occorre la creazione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti in primo luogo viabilità e le reti idriche oltre che alle le strutture idonee. Nelle aree interne – le aziende non si possono raggiunge se non con costi elevatissimi vista la situazione delle strade non percorribili”.