Le Istituzioni si sono dimenticate dell’educazione alimentare

E’ solo un ricordo il programma di educazione alimentare che l’Assistenza Tecnica dell’Assessorato agricoltura, fino a qualche anno addietro, svolgeva con intelligenza e capillarità. Un’attività che aveva una doppia finalità, quella di insegnare il buon mangiare alle giovani generazioni, ma anche di incentivare il consumo di prodotti agricoli.

Di tutta quella macchina operativa resta soltanto qualche persona di buona volontà che, con mezzi propri e sospinto dalla passione, riesce a soddisfare le tante richieste che provengono dal mondo scolastico e non solo.

Oggi, oltre a sollecitare questa buona pratica divulgativa, si chiede l’introduzione dell’educazione alimentare, soprattutto nella formazione medica universitaria. A fare espressamente richiesta è il “Manifesto per l’implementazione dell’educazione alimentare”, pubblicato a Nizza dalla European Society for Clinical Nutrition and Metabolism e firmato dai 51 partecipanti, in rappresentanza di 34 paesi.

Un articolo dell’ANSA.it Salute&Benessere evidenzia, riprendendo il documento sottoscritto che: “Sebbene l’insegnamento della nutrizione sia un elemento essenziale della formazione medica, un recente sondaggio ha dimostrato che esiste un’estrema variabilità negli standard educativi di questa materia nelle scuole mediche di tutto il mondo. Di conseguenza, ci sono differenze nell’accesso e nella qualità dei trattamenti ricevuti dai pazienti. In tutto il mondo, oltre 2 miliardi di adulti sono in sovrappeso, 600 milioni di obesi e 462 milioni di malnutriti. Queste condizioni contribuiscono al 60% della morte cardiovascolare e al 35% della morte tumorale. Ancora meno noto è che il 35% dei pazienti ospedalizzati sviluppa malnutrizione correlata alla malattia”.