Il Nespolone di Trabia il frutto che annuncia la primavera
La primavera è contraddistinta dal profumo e dal sapore agrodolce delle nespole. Un frutto che col tempo ha perso il fascino e non trova entusiasmi tra le moderne generazioni.
Si tratta di un frutto che fiorisce in Sicilia e Campania molto prima che cominci la primavera, sanno di vaniglia e hanno una polpa ricca di zuccheri. Nel resto d’Italia restano quasi oggetti sconosciuti.
Il nespolo nel linguaggio di fiori è il simbolo della negligenza. Non per nulla la frase “mangiar nespole” sta ad indicare il dolce far nulla. Non c’è giardino in Sicilia che non abbia l’albero di nespolo, proprio per gustare la squisitezza dei suoi frutti, ma anche a scopo ornamentale. Le origini del nespolo si fanno risalire alle rive del Mar Caspio; da qui la pianta si è poi diffusa in Asia Minore e in Grecia. Nel nostro continente il nespolo è diffuso un pò dappertutto. Questa pianta di chiare origini orientali, viene coltivata nel nostro Paese da oltre due secoli. Il nespolo giapponese (Eriobotrya Japonica) è un albero da frutto della famiglia Rosaceae. E’ una specie originaria, allo stato selvatico della Cina Orientale, ma a quello domestico del Giappone. Nell’Impero del Sol Levante sono state selezionate varietà con frutti di grosse dimensioni, più pregiati. Nel vecchio continente arriva invece nel 1784, nel giardino botanico di Parigi. Mentre in Italia arriva nei primi dell’Ottocento e viene coltivato all’inizio come pianta ornamentale.
Le caratteristiche botaniche del nespolo giapponese sono molto particolari. Ad esempio ha una fioritura molto tardiva, in pieno autunno, cosa molto gradita alle api. Per produrre i suoi frutti, le nespole, ha bisogno però di particolari condizioni climatiche e accorgimenti colturali. Se coltivato con le giuste tecniche anche un solo esemplare di quest’albero può dare grandi soddisfazioni in termini produttivi.
Trabia, cittadina palermitana, patria della pasta, è anche conosciuta per il nespolo, che, a differenza di altri areali, cresce in maniera sproporzionata, arrogandosi il diritto di farsi chiamare, per le sue dimensioni: Nespolone di Trabia.
Oltre al più famoso Nespolone, mediamente produttivo, con frutto grosso (60-80 gr.), allungato, di colore giallo-aranciato, buccia spessa, polpa consistente, subacida anche a maturazione inoltrata, presenta 1-2 semi, con buona resistenza alle manipolazioni e trasporti con maturazione medio-tardiva, il patrimonio varietale è costituito da altre due cultivar di buona qualità: il Nespolone Sanfilipparo e la Nespola rossa.
Il Nespolone Sanfilipparo è assimilabile per caratteristiche organolettiche e merceologiche al “Nespolone di Trabia”, da cui deriva. La Nespola Rossa è molto produttiva con frutto medio-piccolo (40-50 gr.), tondeggiante, di colore arancio intenso con buccia di medio spessore, polpa deliquescente, dolce a maturazione, presenta mediamente 2 semi ed è mediamente resistente a manipolazioni e trasporti con maturazione medio-precoce.
La campagna nespolica, che si apre con la “Nespola rossa”, ha inizio a fine marzo-aprile e prosegue con il “Nespolone di Trabia” e il “Nespolone Samìlipparo” fino a giugno. La maggiore concentrazione del prodotto si ha tra fine aprile e fine maggio, anche se l’andamento climatico è responsabile di variazioni notevoli (anche di 30 giorni) nel calendario di raccolta.
Attualmente, oltre ai paesi di origine, è diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo, negli U.S.A. (Florida e California), America centrale e meridionale. Tra i paesi del bacino del Mediterraneo la coltivazione riveste particolare importanza in Spagna, dove ha avuto notevole sviluppo nella regione di Alicante.
Secondo uno studio condotto dell’ex Soat 60 di Misilmeri, la produzione complessiva, nelle annate caratterizzate da un buon andamento climatico, è di circa 40.000 q.li, con un valore della P.L.V. intorno a 2 milioni di lire. La produzione di nespole nel territorio interessato (Trabia e Ficarazzi) è soggetta nelle annate a sensibili variazioni in termini quanti-qualitativi. La causa di ciò è legata all’andamento climatico, con particolare riferimento all’intensità del vento di scirocco nel periodo di maturazione del frutto ed all’azione congiunta insolazione-umidità che provoca anche la spaccatura del frutto (A. Nuccio Ex Soat n. 60).
“Alle nespole vengono riconosciute proprietà diuretiche ed astringenti. Sono ritenute utili per la regolarizzazione delle funzioni intestinali, in particolar modo in caso di diarrea, enterite e dissenteria, con riferimento al frutto non ancora maturo. Al contrario, ai frutti maturi vengono attribuite proprietà lassative. Sono inoltre un blando antipiretico. La loro assunzione potrebbe dunque risultare utile in caso di febbre”.
Contiene zuccheri semplici, inoltre è ricco di vitamina C e acido formico, utile per lenire i dolori muscolari. Per queste caratteristiche, e per le grandi quantità di sali di potassio, è il frutto ideale per gli sportivi.
In altre parti della Sicilia il nespolo viene coltivato come piante singole, comunque a tavola ha un posto di rilievo, al punto che ha intrigato Giovanni Verga, nel suo celebre romanzo, I Malavoglia, racconta di una dimora chiamata, “casa del nespolo”, di riportiamo la citazione: “Anche la casa del nespolo sembrava-avesse un’aria di festa; il cortile era spazzato; gli arnesi in bell’ordine lungo il muricciolo e appesi ai piuoli, l’orto tutto verde di cavoli e di lattughe, e la camera aperta e piena di sole che sembrava contenta anch’essa (..)”. Ma questo frutto ha una sua notevole collocazione anche nel linguaggio popolare, nell’ambito del quale l’interiezione “nespole!” viene spesso usata per esprimere grande meraviglia e vale anche quale sinonimo di colpo dato in modo rapido e secco. Anche in quest’ultima accezione si trova un illustre riferimento letterario: il poeta fiorentino del Quattrocento Luigi Pulci scrive infatti: «Morgante non lo stima una farfalla, ed appiccogli una nespola acerba».
Preferibilmente le nespole sono consumate a maturazione completa. A partire dai semi delle nespole viene ricavato un liquore analogo al Nocino. Si tratta del Nespolino. La polpa delle nespole mature viene impiegata per la preparazione di dolci marmellate. Le nespole possono inoltre essere utilizzate per la preparazione casalinga di gelati, frullati, sorbetti e semifreddi. Le nespole fresche rappresentano un ottimo ingrediente per realizzare macedonie di frutta e torte.
Al “Nespolone di Trabia” la comunità dedica una sagra, che purtroppo a causa del coronavirus quest’anno non potra svolgersi.
Al mercato attenti ad acquistare il “Nespolone di Trabia”, perché trova la concorrenza di quella Spagnola, ma vi assicuro che è meno dolce e con poco profumo ed è anche più piccolina.
Tanto per non destare equivoci. Il nespolo d’inverno (Mespilus germanica) possiamo definirlo simpaticamente un lontano parente del nostro Nespolone. Ha tutta un’altra storia e si produce in inverno. Al frutto invernale è attribuito l’antico proverbio siciliano: Quannu viditi nespuli chjanciti ca’ su l’urtimi frutti di l’estati (Quando vedete le nespole piangete perché sta finendo l’estate). Inoltre il suo nome botanico (Mespilus germanica) deriva dal fatto che la pianta era così diffusa in Germania che Linneo riteneva che essa fosse la sua terra di origine.
Il nespolo del Giappone annuncia l’arrivo della primavera, mentre quello d’inverno è l’ultima frutta prima dell’inverno.