Green Deal europeo, per un’agricoltura innovativa

I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo. Per superare queste sfide, l’Europa ha bisogno di una nuova strategia – un Green Deal europeo – per la crescita che trasformi l’Unione in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui: nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra; la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse; nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.

E’ nato così il Green Deal europeo, un ambizioso programma per l’economia e la società europea, un “percorso verde”, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, un programma che interessa tutti gli aspetti della vita economica e sociale, in grado da trasformare le strategie delle imprese e le abitudini dei cittadini.
A sostegno di questa nuova impostazione è stato redatto, anche in Italia, così come in altri Stati europei, un Manifesto a firma di imprenditori, docenti Universitari, uomini di cultura ecc. per richiamare l’attenzione, dei decisori politici e dei media, sull’importanza che nel pacchetto di misure per la ripresa della nostra economia quelle green non siano marginalizzate, ma siano invece pienamente valorizzate per le loro grandi potenzialità.

Il Green Deal europeo prevede un percorso volte a: promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare; ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento.
Per conseguire questo obiettivo sarà necessaria l’azione di tutti i settori della nostra economia, tra cui: investire in tecnologie rispettose dell’ambiente; sostenere l’industria nell’innovazione; introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane; decarbonizzare il settore energetico; garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici; collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali.

La comunicazione Green Deal europeo, della Commissione europea del 20 maggio 2020, “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente”, nota anche come A Farm to Fork Strategy, ha suscitato tante polemiche, ma anche tante valutazioni positive.
Nell’ambito agricolo i produttori dovranno entro il 2030:
• riduzione del 50% degli agrofarmaci;
• riduzione almeno del 20% dei fertilizzanti;
• riduzione del 50% degli antibiotici per gli animali da allevamento;
• riduzione di almeno il 25% della superficie agricola ad agricoltura biologica.

Gli scettici del Green Deal europeo, a dire il vero non nuovi quando si parla di rivoluzione agricola, a porre delle perplessità come: una distorta visione della natura e dell’agricoltura, l’enfasi sull’agricoltura bio e la certezza che il consumatore di pagare di più, soprattutto sotto l’effetto Covid, 19.

Il Green Deal europeo traccia, viceversa, un nuovo percorso dell’agricoltura, che miri ad abbandonare quella convinzione produttivistica e autoreferenziale, slegata dall’evoluzione della società civile, impostazione che determinerebbe una rincorsa con altri produttori dei paesi concorrenti che mirano ad obiettivi ed interessi opposti a quelli italiani, ma soprattutto siciliani.
Quindi, non un’agricoltura per ricchi, ma una produzione agricola responsabile e per tutti. Un’agricoltura che punti alla sostenibilità ambientale, altro valore culturale e indirettamente economico, mai preso in seria considerazione; un’agricoltura smart, che punti all’innovazione, alla sostenibilità, e alla resilienza; un’agricoltura di precisione;
un’agricoltura che metta a centro di tutto le aspettative dei cittadini e dei consumatori che quotidianamente manifestato interessi legati alla sostenibilità ambientali, alle interrelazioni con la salute, agli ecosistemi, e ai modelli sani di consumo.

Tra l’altro i consumatori, sono diventati molto più consapevoli rispetto ai tempi passati, e reclamano cibo sostenibile, sano, sociale, equo, pertanto il percorso da intraprendere è quello di raggiungere, così come prevede Green Deal europeo il 25% della superficie biologica entro il 2030.

Le difficoltà e le perplessità sono tante, purtuttavia, queste scelte sono ormai obbligate e riguardano la sostenibilità della nostra futura esistenza.