Tecnica

Speciale CRA: Progetto Biocompost

Figura 2Abbiamo incontrato il Dott. Massimo Zaccardelli responsabile del progetto Biocompost” realizzato con la collaborazione dell’Università degli Studi di Napoli e della Basilicata e con l’Azienda Agricola Mellone di Eboli (SA), presso il Centro del Centro di Ricerca per l’Orticoltura di Pontecagnano (SA), coordinato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA).

Dott. Massimo Zaccardelli, cosa si prefiggeva il progetto “Biocompost” e quali sono stati i risultati ottenuti?

“I residui agricoli prodotti dalle coltivazioni orticole intensive protette sono generalmente difficili da smaltire, soprattutto nelle zone dove notevole è la presenza di serre. Generalmente, per motivi fitosanitari, tali residui non sono interrati ma portati all’esterno delle coperture e ammassati in angoli, più o meno nascosti, delle aziende. L’abbandono di queste biomasse in grossi cumuli sul suolo determina problemi di ordine ambientale, infatti, dalla loro decomposizione, si produce un percolato inquinante; alcune aziende, invece, bruciano questi residui, pratica assolutamente illegale. Eppure, queste biomasse agricole sono una straordinaria risorsa da valorizzare grazie a tecniche innovative di compostaggio.

Il progetto “Biocompost”, finanziato dalla Regione Campania mediante la Misura 124 del PSR, ha avuto proprio lo scopo di dimostrare, attraverso la realizzazione di un impianto di compostaggio “on farm”, come sia possibile produrre un compost di qualità a basso costo utilizzabile come fattore di produzione nell’azienda stessa risolvendo, allo tempo stesso, il problema dello smaltimento dei residui agricoli di coltivazione.

Figura 1

Il perno del sistema è la piattaforma di compostaggio a insufflazione attiva di aria, realizzabile mediante tubazioni di gomma forate nelle quali l’aria è immessa, periodicamente, mediante una ventola o un compressore, al fine di assicurare un’adeguata areazione della biomassa senza operare il rivoltamento della stessa.

Inoltre con un’adeguata bagnatura dei cumuli, nel giro di 4-5 settimane, si ottiene un compost che completerà la sua maturazione in modo autonomo, liberando la piattaforma d’insufflazione, permettendo così di iniziare un successivo ciclo di compostaggio. Il sistema di compostaggio proposto è assolutamente economico e di facile gestione. Il compost maturo (ottenuto dopo circa tre mesi) può essere utilizzato come fertilizzante nel suolo oppure per la produzione, sempre in azienda, di un biostimolante e fungicida denominato “tè di compost”.

Il tè di compost è ottenuto ponendo del compost in acqua e insufflando periodicamente nel liquido, aria per alcuni giorni, al fine di permettere lo sviluppo di microrganismi utili, e l’estrazione di sostanze nutritive dal compost. Il liquido prodotto, opportunamente diluito, può essere somministrato alle piante per via radicale o fogliare.

Esperienze condotte in azienda, hanno dimostrato un incremento della produzione di peperone e di cavolo-rapa, coltivati sotto serra, rispettivamente del 23% e del 35%.

Molte aziende agricole campane hanno aderito al progetto e hanno applicato la tecnica innovativa, i cui risultati positivi hanno interessato anche aziende fuori regione.”

Giuseppe Morello

88x31