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Ecco le Dop e Igp protette dal CETA, la Sicilia presente soltanto con tre prodotti

Con l’entrata in vigore a titolo provvisorio del CETA verranno eliminati i dazi su 98% dei prodotti (linee tariffarie) commercializzati dall’UE con il Canada.

L’Italia con il 23% del mercato è il secondo esportatore di prodotti agro-alimentari dell’UE verso il Canada, per un valore complessivo di 528 milioni di euro. Il Canada, infatti, rappresenta il 9º partner commerciale dell’Italia al di fuori dell’UE. I prodotti che l’Italia esporta in Canada per una quota contingentata sono esente da dazi, accordo previsto dall’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). La restante parte di prodotti, viceversa, sono soggetti a dazi proibitivi, mediamente del 227%, che non consentono loro di essere competitive.

Nel CETA, però, è compresa solo una parte dei prodotti agro-alimentari italiani, quella che rappresenta i prodotti più richiesti e acquistati dai consumatori canadesi. Questo è uno degli aspetti dell’accordo che ha suscitato le maggiori polemiche in Italia.

Ad ogni modo, secondo le stime dell’Unione Europea, con il Ceta il mercato crescerà ulteriormente.

Nel nuovo accordo Ue e Canada, negli elenchi di protezione, sono state incluse 41 Dop e Igp, mentre rimangono fuori dal sistema di protezione le rimanenti 250.

Ecco l’elenco delle specialità alimentari inserite. Carni fresche, congelate e trasformate: Cotechino di Modena, Zampone di Modena, Bresaola della Valtellina, Mortadella di Bologna, Speck Alto Adige, Culatello di Zibello, Lardo di Colonnata; carni stagionate: Prosciutto di Parma, Prosciutto S. Daniele, Prosciutto Toscano, Prosciutto Modena; tra i formaggi troviamo: Provolone Valpadana, Taleggio, Asiago, Fontina, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella di bufala campana, Parmiggiano Reggiano, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Pecorino Toscano; Frutta e frutta a guscio fresche e trasformate: Arancia rossa di Sicilia, Cappero di Pantelleria, Kiwi Latina, Mela Alto Adige, Pesca e Nettarine di Bologna; Aceti: Aceto Balsamico tradizionale di Modena, Aceto Balsamico di Modena; prodotti orticoli freschi e trasformati: Lenticchia di Castelluccio di Norcia, Pomodoro di Pachino, Radicchio rosso di Treviso; dolciumi e prodotti da forno: Ricciarelli di Siena; Cereali: Riso nero Vialone Veronese.

In questo elenco i prodotti Dop e Igp siciliani sono tre: Arancia rossa di Sicilia, il Cappero di Pantelleria e il Pomodoro di Pachino.

Il motivo della protesta di molti produttori scaturisce sul metodo per la scelta di questo Made in Italy dove prevale nettamente la presenza dei prodotti del Nord e del Centro Italia a discapito di quelli del Sud che per vocazione e tradizione hanno da sempre mostrato una elevata tipicità.

La cosa che colpisce è che solo 5 di questi appartengono al Sud Italia (Sardegna inclusa), contro i 24 del solo Nord.

Sono rimasti fuori, tanto per citarne qualcuno, il caciocavallo silano, il pomodoro di San Marzano, l’olio extravergine Terra di Bari, il pistacchio di Bronte e la soppressata calabrese, insomma una dimenticanza che lascia attoniti tutti, ma soprattutto semina sfiducia tra i vari imprenditori che con grandi sforzi e sacrifici hanno lottato per conquistarsi un riconoscimento europeo, non certo facile e pieno di super burocrazia con notevoli sacrifici economici.  

La scelta di questi alimenti mortifica l’intero Meridione e le Isole forzieri di tipicità,. Dalle nostre parti si dice: curnutu e vastiunatu, il povero imprenditore meridionale non solo non potrà avvalersi della protezione del Ceta, ma dovrà, nel contempo, accettare passivamente l’importazione del grano canadese, prodotto concorrente degli imprenditori del Sud Italia, strapieno di glifosato e micotossine.

La preoccupazioni degli operatori è abbastanza palese, i quali temono che con gli accordi commerciali con la Cina e il Giappone debbano essere utilizzati metodi analoghi.

Queste scelte mortificano ampiamente gli operatori e i territori creando sfiducia verso le istituzioni e la politica.