Olio extravergine di oliva siciliano, prezzo e produzione per l’annata 2019

E’ iniziata la campagna olearia siciliana e ci sono due dati certi: qualità e quantità saranno migliori dell’anno scorso che è stata una delle peggiori annate di sempre. Insomma, annata 2019 in chiaro scuro per l’olio extravergine di oliva siciliano tra prezzo ancora incerto e produzione maggiore dell’anno scorso ma sotto la media.

Per quanto riguarda i prezzi secondo la rilevazione di Ismea del 12 novembre la quotazione dell’olio extravergine di oliva era di 5,15 euro al chilo a Palermo e Trapani, poco pù alta la quotazione della Dop – Valli Trapanesi (5,25 €/kg) e la Dop – Val di Mazara (5,33 €/kg) mentre la Dop Monti Iblei arriva a 7,90 euro. Ma ci sono realtà dell’entroterra siciliano dove l’olio extravergine di oliva si vende sfuso anche a 6,5-7 euro al chilo.

“La produzione stimata nella provincia di Palermo è del 30% superiore a quella dell’annata 2018, che era stata una delle peggiori della storia. Questo 30% in più quindi non può farci sorridere perché la produzione resta ben al di sotto di quella media”, afferma Gino Provenzano presidente Gie Olio CIA Sicilia (Gruppo interesse economico). L’andamento è simile in tutta la Sicilia dove si prevede una produzione in crescita del 35% rispetto all’anno scorso con una produzione totale di 24 mila tonnellate che comunque rimane al di sotto delle annate migliori di quasi la metà. A rendere l’annata non eccezionale sono stati soprattutto lo scirocco e l’eccessiva umidità. 

“Questo piccolo incremento di produzione rispetto all’anno scorso – prosegue Provenzano – non può giustificare i prezzi che restano sempre bassi rispetto ai costi sostenuti. Il problema, così come si ripete ogni anno in questo periodo di raccolta, è l’ingresso incontrollato di prodotto estero che riempie i silos e ‘droga’ il mercato. C’è anche chi fa terrorismo psicologico, annunciando per gennaio un crollo dei prezzi fino a 3,50 euro al chilo. Grossisti e grosse imprese che giocano sulla pelle di noi piccoli produttori che, davanti a una prospettiva del genere, possono cedere e scegliere di sbarazzarsi subito del loro prodotto di fatto svendendolo. Occorre controllare le importazioni e soprattutto serrare i controlli su ciò che viene venduto nella grande distribuzione: non si può permettere di vendere olio extravergine a 2,50-30 euro a bottiglia, non è possibile produrre evo e vendere a quel prezzo, comprese le spese di imbottigliamento”. Insomma, la questione dell’olio extravergine di oliva siciliano e del suoi prezzo rimane sempre uno dei problemi del mercato.

“Nonostante una buona ripresa produttiva ed una qualità eccellente del prodotto, il mercato dell’olio quest’anno ancora non decolla: gli acquirenti aspettano affinché il prezzo dell’extravergine italiano arrivi quasi al livello di quello spagnolo, le cisterne si riempiono e chi ne paga le conseguenze sono come al solito i produttori ed i frantoiani”. Con queste parole il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ed il Presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, esprimono grande preoccupazione per la situazione che vive il mercato dell’olio in Italia nel momento più importante dell’anno per centinaia di migliaia di produttori che vorrebbero raccogliere il frutto del duro lavoro portato avanti in questi mesi. “I produttori e i frantoiani continuano a rappresentare l’anello debole della catena e questi comportamenti di certo non agevolano la ripartizione del valore tra tutti i protagonisti della filiera – hanno rimarcato Scanavino e Sicolo – Vendere un prodotto d’eccellenza ad un prezzo stracciato significa non rientrare nemmeno delle spese sostenute dagli agricoltori per lavorare i terreni, curare le piante e irrigare. Dopo la disastrosa annata passata, la peggiore di sempre, questa bolla commerciale metterebbe definitivamente in ginocchio migliaia di famiglie ed un intero settore simbolo del Made in Italy – hanno concluso Scanavino e Sicolo – Per questo auspichiamo una ripresa delle contrattazioni per evitare il naufragio della campagna olivicola e porre rimedio a questa situazione prima che sia troppo tardi”.

Secondo il “Frantoio Italia: Report n. 17/2019: dati al 1° ottobre 2019 delle giacenze oli detenuti in Italia” del Ministero delle Politiche agricole ci sono 42.079 tonnellate di olio italiano in giacenza, cioè olio prodotto nel 2018. Il 31 ottobre 2019 questa giacenza era salita a 44.245 tonnellate (quindi aumentata con la produzione di olio nuovo) di cui 6.892 tonnellate in Sicilia. La giacenza e la maggiore offerta di olio siciliano però non dovrebbero far abbassare il prezzo in quanto dovrebbe esserci minore importazione dell’estero.

A livello nazionale si prevede una produzione tra 315.000 tonnellate di olio (dati Coldiretti) e 330.000 tonnellate (dati Cia), sicuramente superiore rispetto alle 172.000 tonnellate prodotte nel 2018 (dati Ismea – Agea). Ancora sotto però la media itaiana che si attesta tra 450 mila e 550 mila tonnellate all’anno.