Agricoltura biologica, approvata la legge in Senato

Con 195 voti favorevoli e 4 astenuti, il Disegno di legge per la tutela e lo sviluppo del biologico è stato approvato dal Senato. Dopo un lungo e tomentoso percorso parlamentare la norma vede finalmente la luce.

Sono ben 80mila le imprese certificate biologiche in Italia che aspettavano questa legge. Agricoltura biologica che con 2 milioni di ettari coltivati fa dell’Italia il Paese leader in Europa nel comparto. La norma prevede l’introduzione del marchio Bio italiano e la revisione dei controlli, per dare maggiore tutela ai consumatori e agli imprenditori. La norma è anche in linea con le strategie comunitarie emanate nell’ambito del Green Deal, ma anche della Politica Agricola Comune (PAC) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dove sono stati stanziati 300 milioni di euro dedicati ai contratti di filiera e di distretto biologico. L’obiettivo è quello di aumentare le produzioni sostenibili dal 16 al 25%.

Va ricordato che era stata stralciata dalla normativa l’equiparazione dell’agricoltura biologica a quella della biodinamica.

Un approvazione «importante» per Coldiretti «per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, il quale finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%)». Secondo Coldiretti «gli acquisiti di prodotti bio Made in Italy che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. La legge prevede l’introduzione di un marchio per il biologico italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale».

“Esprimo la massima soddisfazione per una norma che vede finalmente la luce dopo un iter lungo e non privo di difficoltà. Le oltre 80mila imprese certificate biologiche, che fanno dell’Italia un Paese leader in Europa nel comparto con 2 milioni di ettari coltivati, avranno ora un adeguato supporto. Diamo così al settore gli strumenti necessari per rendere più efficienti i notevoli investimenti che sempre più imprenditori stanno facendo nel bio, migliorando l’impatto sull’ambiente delle produzioni agricole”. Lo dichiara il deputato Pasquale Maglione, esponente M5S in commissione Agricoltura, a seguito dell’approvazione definitiva in Senato della proposta di legge ‘Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico’.

“Un doveroso ringraziamento – prosegue – va al ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e a tutti i gruppi politici di Camera e Senato per avere mantenuto fede a un accordo di cui mi ero fatto garante, in qualità di relatore del provvedimento durante la terza lettura del testo a Montecitorio. Una intesa che, come il voto di oggi dimostra, è stata funzionale all’ottenimento dell’approvazione definitiva della legge”.

“Tra le novità previste dalla normativa troviamo l’introduzione del marchio bio italiano e la revisione dei controlli, per dare maggiore tutela ai consumatori e agli imprenditori – spiega Maglione -. In linea con le strategie comunitarie emanate nell’ambito del Green Deal, ma anche della Politica Agricola Comune (PAC) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dove abbiamo stanziato 300 milioni di euro dedicati ai contratti di filiera e di distretto biologici, dobbiamo aumentare le produzioni sostenibili dal 16 al 25 per cento”.

“L’approvazione in via definitiva della legge sulle produzioni con metodo biologico è un tassello necessario per consolidare il quadro normativo coerentemente con gli indirizzi europei di transizione ecologica, e accompagnare la crescita di un comparto rilevante per il nostro Paese. Questo a maggiore ragione in un momento in cui l’agricoltura e l’intera filiera agroalimentare italiana stanno soffrendo a causa della crisi internazionale, degli effetti lunghi della pandemia, e dell’esplosione dei costi energetici, delle materie prime e dei trasporti.”, così l’on. Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in commissione Agricoltura alla Camera e prima firmataria della legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” approvata oggi, in via definitiva, al Senato.“Il nostro Paese sconta su molti fronti posizioni ideologiche e timidezza su scelte strategiche. Non è più pensabile sottovalutare la necessità di dotarsi di un sistema agroalimentare resiliente, in grado di fronteggiare le crisi globali anche rispetto all’auto approvvigionamento dei beni di prima necessità. Bisogna aumentare la superficie agricola utilizzata favorendo anche le aggregazioni di prodotto e di produttori come fa la legge sul bio, con modelli di agricoltura coerenti con tutte le nostre specificità territoriali, climatiche e la biodiversità. Il biologico è certamente uno di questi modelli, chi crea inutili contrapposizioni con il convenzionale non sta facendo l’interesse del nostro Paese e di oltre 80 mila imprese che nel 2021 hanno fatturato 4,6 miliardi di euro nel mercato interno e 2,9 in quello estero, investono in molte aree a rischio abbandono, e fanno della ricerca e dell’innovazione la loro chiave di sviluppo. Agitare lo spettro dell’anti scienza nell’opinione pubblica, con una potenza mediatica raramente vista su altri temi, è stato un modo bieco per nascondere altri evidenti interessi superati anche dagli indirizzi comunitari.”

“Dopo una ampissima discussione durata tre legislature, finalmente il parlamento approva a larga maggioranza una legge quadro che assegna regole certe e trasparenza a tutela della concorrenza, dei produttori e dei consumatori. Si tratta della cornice normativa su cui innestare il piano strategico nazionale per il bio e il decreto controlli”, conclude la prima firmataria della legge sul settore bio.

La legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” è la seconda legge approvata in via definitiva a prima firma dell’On. Gadda, dopo la legge 166/2016 sulle donazioni per solidarietà sociale, cosiddetta “antispreco”.