Alimenti sintetici, approvato al Senato ddl: sanzioni in caso di violazione. Italia all’avanguardia nel mondo

Mentre viene approvato, in prima lettura al Senato, il disegno di legge in materia di divieto di produzione, utilizzo, immissione sul mercato ed importazione di alimenti e mangimi sintetici: “L’Italia è la prima Nazione al mondo a vietare – in via precauzionale – la commercializzazione, importazione e produzione di cibo sintetico, provvedimento, presentato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste Francesco Lollobrigida, e promosso da Masaf e Ministero della Salute”, un articolo pubblicato su “Milano Finanze” annuncia che il: “Cibo coltivato, l’Olanda dà il via libera ai test sulla carne e sui frutti di mare creati in laboratorio”.
Ed ancora: “Nell’Unione Europea inizia la sperimentazione sul cibo sintetico”. I Paesi Bassi danno l’ok ai test sulla carne e sui frutti di mare coltivati in laboratorio. Il governo olandese, in collaborazione con i produttori di carne cellulare Meatable e Mosa Meat e con il rappresentante del settore HollandBio, ha approvato un codice di condotta che rende possibili le degustazioni in ambienti controllati.  L’accordo trovato rende i Paesi Bassi il primo Paese dell’Unione a intraprendere le degustazioni di pre-approvazione di cibi coltivati da cellule animali. Il risultato arriva prima del via libera al nuovo alimento da parte dell’Ue, ma per sicurezza le richieste delle aziende verranno valutate da un gruppo di esperti. Non è la prima iniziativa in tal senso: con il Fondo nazionale per la crescita il governo ha impegnato 60 milioni per rendere i Paesi Bassi un hub globale della nuova tecnologia”.  La notizia olandese lascia tutti sbigottiti. Com’è possibile che nello stesso territorio europeo si possano attivare iniziative contrapposte.

Una legge in difesa dei territori e il legame tra cibo e cultura e il made in Italy agroalimentare

Per il Ministro Lollobrigida il provvedimento contiene la visione che il Governo Meloni intende diffondere sul futuro della nostra Nazione. Una visione che tutela le diversità e le caratteristiche dei territori e il legame tra cibo e cultura e il made in Italy agroalimentare. “Rivendichiamo la piena coerenza di questo testo normativo e il suo indirizzo di natura politica, a difesa delle nostre imprese e del futuro benessere dell’umanità, che passa per il buon cibo e non per i condizionamenti di chi immagina di fare business sullo sfruttamento delle fasce più povere della popolazione”. 

La legge Lollobrigida è frutto di un meccanismo di sussidiarietà: si è partiti da una sottoscrizione pubblica, per poi passare alle istituzioni del territorio, che trasversalmente hanno sostenuto la petizione contro il cibo sintetico e hanno così aderito all’iniziativa legislativa, supportata da alcune delle maggiori organizzazioni di categoria che si sono allineate alla posizione del Governo.

Il ministro ha ricordato ad esempio l’ordine del giorno della Regione Toscana contro la carne sintetica votato all’unanimità, l’adesione del MoVimento 5 Stelle alla mozione della Regione Calabria e gli oltre 3.000 Comuni che, in maniera trasversale, hanno sottoscritto le medesime richieste. “Milioni di firme tra le quali, non ci sono solo quelle degli imprenditori agricoli o degli allevatori, ma ci sono le firme di persone che acquistano e consumano, che hanno voluto dare un segnale, tra cui autorevoli rappresentanti italiani ed europei, di ogni schieramento politico”.

“Il diritto di precauzione ci permette di normare e di dire che, finché non c’è certezza della salubrità di un alimento, non viene commercializzato e importato in questa Nazione”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida, che ha aggiunto che il ddl non vieta la ricerca. “L’Italia è una Nazione libera sulla ricerca e dobbiamo mantenere questa consapevolezza e invertire quella fascinazione verso Stati in cui gli studi scientifici sono affidati al privato che fa il suo mestiere, a volte nell’interesse dei cittadini, altre volte nell’interesse esclusivamente delle azioni della multinazionale che rappresenta. Credo che purtroppo questo sia il caso di molti che finanziano alcune ricerche al fine di condizionare il mercato e di indirizzare lo sviluppo, per esempio nel campo alimentare, di settori che avvantaggiano alcuni e depotenziano altri”.

Il rapporto Fao-Oms parla di 53 pericoli derivanti della carne sintetica

Secondo il documento, i pericoli potenziali riguardano tutte le quattro fasi della produzione: la selezione delle cellule da replicare, la “coltivazione” vera e propria nei bioreattori, la raccolta e la trasformazione.
Gli investimenti sugli alimenti sintetici sono in progressiva crescita, sostenuti da diversi protagonisti del settore hi-tech, chimico farmaceutico e finanziario. Sulla carne artificiale solo nel 2020 sono stati infatti investiti 366 milioni di dollari, con un aumento del 6.000% in 5 anni.”Per il Governo Meloni l’elemento prioritario resta quello qualitativo, che oggi è discutibilmente applicabile a un sistema come quello finora introdotto sulle produzioni di carne coltivate, sintetiche o di synthetic food. Vi è poi l’elemento di natura politica che è la difesa della qualità del nostro settore: l’Italia è la Nazione della qualità, come evidenziano i dati dell’export italiano: 60 miliardi dell’agroalimentare e 120 miliardi di italian sounding che tolgono risorse importanti, come imprese e benessere ai cittadini che consumano cibi prodotti in Italia”. 

Obiettivo del disegno di legge Lollobrigida

Obiettivo del disegno di legge Lollobrigida è quello di assicurare un livello massimo di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini, oltre a preservare il patrimonio agroalimentare italiano, come insieme di prodotti che assumono una rilevanza strategica per l’interesse nazionale.  Il Governo intende mantenere vivo e saldo il legame tra agricoltura e consumo di cibo naturale, salvaguardando il settore agroalimentare dal punto di vista sanitario ma anche socioeconomico e garantire l’utilizzo su tutto il territorio nazionale di cibi, non solo regolarmente controllati, di cui si conosca con precisione la provenienza rispetto a prodotti che invece non forniscono alcun tipo di garanzia in termini di certezza per la tutela della salute umana. 

Sanzioni amministrative e interdittive in caso di violazione

Per rafforzare la logica primaria di salvaguardia della salute dei cittadini oltre che la dimensione produttiva nazionale, sono previste sanzioni amministrative e interdittive in caso di violazione da un minimo di € 10.000,00 ad un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, nonché la confisca del prodotto illecito.  L’applicabilità delle sanzioni è estesa a chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo le condotte illecite.

Vengono inoltre previste ulteriori sanzioni amministrative interdittive che intervengono sulla possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione europea per lo svolgimento di attività imprenditoriali, nonché prevedendo la chiusura dello stabilimento di produzione per un periodo di tre anni. 
Il monitoraggio delle attività connesse all’attuazione delle misure previste dalla proposta di legge, sarà effettuato nell’ambito delle attività di competenza del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e del Ministero della Salute.

I soggetti responsabili dell’attuazione dell’intervento sono le Autorità competenti per i controlli ed in particolare: i Nuclei di Antisofisticazione (NAS), il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFA), il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela, della qualità e repressioni di frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nonché, per i prodotti della filiera ittica, il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia Costiera, ognuno per i profili di rispettiva competenza.

Siamo all’inizio di una guerra tra le industrie alimentari e gli imprenditori agricoli. Sarà di sicuro una guerra tra le industrie alimentari e gli imprenditori agricoli. Tra gli aspetti negativi si evidenziano il punto di vista etico, il benessere animale: a oggi viene utilizzato il siero fetale bovino, sottoprodotto dell’industria della carne, come ingrediente fondamentale del terreno di coltura per le cellule. Una ulteriore questione riguarda l’impatto che potrebbe avere sul piano socio-economico: abolire gli allevamenti intensivi potrebbe comportare una riduzione delle persone attualmente impiegate in questa industria. Di contro il modello attuale di produzione alimentare, in particolare di carne, risulta non essere più sostenibile per un pianeta, e una popolazione, che sta attraversando questa crisi climatica. Diventa quindi importante individuare tutte le possibili soluzioni che possono apportare vantaggi all’ambiente, al benessere degli animali e alla salute umana.