Pera coscia, il frutto suadente di Castronovo di Sicilia

La coscia di Castronovo di Sicilia non è riferita alle bellezze di qualche splendida ragazza castronovese, ma alla suadente pera che da qualche anno sta animando la realtà produttiva della “fedelissima”, appunto al pera coscia.

Con una superficie territoriale di più trecento ettari, il prezzo che oscilla tra 80 centesimi ed un 1 € a chilo, con produzioni medie che si aggira sui 350 quintali ad ettaro, il resto dell’operazione continuate a farla voi e scoprirete il perché del successo di questa pomacea.

Qualche operatore mi dice che le spese sono elevate e si aggirano sui quattromila/cinquemila euro ad ettaro, comunque sia, il margine di guadagno c’è ed è elevato, ciò consente di sperare ed investire su questa coltura.

Castronovo è uno dei paesi a cavallo tra la provincia di Agrigento e quella di Palermo, un territorio ricco di storia, archeologia, artigianato, agroalimentare, insomma è una di quelle isole felice dove l’emorragia della nuova emigrazione è fortemente contenuta, poiché i giovani, grazie al comparto agricolo, riescono a trovare lavoro.

La grande ricchezza di acqua  ed un microclima favorevole hanno stimolato la nascita  di parecchie aziende con vari indirizzi colturali fra cui grande rilievo ormai da diversi anni hanno assunto gli impianti frutticoli ed in particolar modo gli impianti di pere Coscia (Pyrus communis).

Coltivazione che ha soppiantato la coltivazione del pesco, che a causa della paura della Sharka e delle difficoltà di mercato, hanno fatto optare gli agricoltori per la coltivazione del pero.
Coltura che viene prodotta in prossimità del fiume Platani nelle contrade Valle del Pero e Pescheria, una produzione che si sta imponendo nel panorama produttivo regionale, e che sta stimolando l’intera comunità a specializzarsi nella produzione della frutticoltura tardiva delle aree interne.

Le motivazioni vanno anche ricercate nelle pregiate qualità organolettiche della pera coscia: colore, sapore, croccantezza, e conservabilità che in questo lembo di territorio il pero riesce ad esaltarsi, grazie anche alla natura dei terreni, alla qualità delle acque irrigue e al microclima.

La pezzatura è medio-piccola, 100-180 grammi, presentano una buccia liscia e sottile, di colore verde chiaro che diventa giallo intenso con evidenti macchie rosse nelle zone esposte al sole. Quando il frutto è completamente maturo, vira al giallo pallido, con screziature rosate (la cosiddetta “faccina”) sulla parte più esposta al sole. La polpa è di colore bianco cremosa con consistenza granulosa, leggermente profumata, succosa e zuccherina. Inoltre abbondando di zuccheri semplici (fruttosio), contengono vitamina C e antiossidanti naturali come il betacarotene e la luteina. Senza dimenticare che le pere sono ricche di fibre che agevolano le funzioni intestinali e aumentano il senso di sazietà.

La pera coscia è una varietà precoce, tipica dell’estate: viene raccolta a partire da luglio e commercializzata fino a settembre.

“Al contadino non far sapere, quanto è buono il cacio con le pere!”. Invece, in questo territorio lo sanno abbastanza bene. Questa è anche terra di una pregiata zootecnica. I pascoli ubertosi sono appannaggio di bovini e ovini che, oltre a dare delle carni pregiatissime, gli animali sono allevati quasi tutti allo stato brado, producono dei meravigliosi formaggi. Questa è la del Pecorino doc, della tuma persa e del fiore sicano, quest’ultimi due iscritti come formaggi storici siciliani. Non sono di meno anche le provolette sicane, insomma, i formaggi castronovesi sono un’ulteriore peculiarità produttiva.

Tornando alla “pera coscia” castronovese, oltre alla produzione di luglio, può essere raccolta acerba e conservata nelle celle frigorifero di cui sono dotate diverse aziende agricole, dove si aspetta il Natale per invadere il mercato a costi più remunerativi.

Wikipedia suggerisce che il “Il nome “coscia” deriva principalmente dalla forma e dalle rotondità dei loro frutti, che già agli uomini del passato ricordavano le forme e rotondità delle donne (che un tempo erano molto più formose, così come volevano i canoni di bellezza d’un tempo)”.

L’entusiasmo per questo frutto ha dato vita alla realizzazione del Consorzio dei produttori Agricoli “Val Platani” un’aggregazione di imprese agricole produttrici con l’obiettivo di valorizzare e tutelare le risorse agricole del territorio.  Il Consorzio, a garanzia dei mercati e del consumatore, impone alla sue aziende consorziate disciplinari di produzioni che determinano una qualità inconfutabile dei suoi prodotti, adotta per tutti i prodotti la certificazione di qualità di produzione.

Le realtà produttive siciliane della pera riguardano anche le pendici dell’Etna dove il prelibato frutto viene chiamato, “Coscia di monaca” o “Coscia di donna” e la ridente cittadina agrigentina di Ribera, già nota per le la splendida “Riberella Dop.”.

Sarebbe auspicabile, considerato le esigue produzioni i tre territori potessero dare vita ad un unico consorzio, magari chiedendo un’unica Dop “Pera Coscia Dop Sicilia” e garantirsi una egemonia e una identità sul mercato.